Lavori per la ristrutturazione del piano terra partiranno a breve, il 21 ottobre, portando così lo stabile a contare 120 appartamenti in tutto. Ma se da un lato, per i residenti degli alloggi popolari di Largo Pagliari questo può rappresentare un miglioramento in proiezione futura, nell’immediato la ristrutturazione è fonte di forti preoccupazioni.
I problemi al teleriscaldamento della struttura a ridosso di via Giordano sono noti da anni, ma l’inverno si avvicina e i lavori comporteranno lo svuotamento della zona a piano terra, aumentandone il raffreddamento con inevitabili ripercussioni sugli appartamenti al primo piano. Appartamenti più freddi si tradurranno in impianti di riscaldamento costantemente accesi e bollette più salate. In molte famiglie si fatica da anni a far fronte alle spese, specie a causa del malfunzionamento del teleriscaldamento in questo stabile. L’incubo dei distacchi è ricorrente, ormai: di qui l’allarme dei condòmini, affidato al portavoce Stefano Mascarini.
Quarantatrè anni, residente in Largo Pagliari dall’81, Mascarini fa appello al Comune di Cremona affinché si accolli almeno il 50% del costo delle bollette degli inquilini in regola con affitti e pagamenti. «Certo – premette Mascarini –, qualcuno che se ne approfitta c’è, purtroppo, e in questi casi il Comune fa bene a intervenire. Ma la maggior parte di noi non riesce a far fronte alle spese ed è costretta a restare al freddo. Qui c’è gente con il frigorifero spento, famiglie con bambini in appartamenti freddi... A breve faranno i lavori per sistemare il piano terra e col vuoto sotto, al primo piano quest’inverno ci sarà da piangere».
Al primo piano sono una ventina gli appartamenti – e le famiglie – in questione, alle prese con lavori della durata di un anno e mezzo almeno. Ma se questo è il nuovo fronte dell’emergenza, il resto dello stabile non può certo permettersi sonni tranquilli. «Qui vivono in tutto una settantina di famiglie – spiega Mascarini –, con affitti che vanno dai 20 ai 500 euro. L’immobile è di proprietà del Comune, ma è gestito dall’Aler, e anche questo complica le cose, perché non abbiamo un interlocutore unico. Senza contare che l’Aler qui non si fa vedere».
Il punto, s’è detto, è nell’impianto di teleriscaldamento che ha sempre dato grane. Dispersioni di calore e malfunzionamenti sono all’origine di una bollettazione schizofrenica (partita dal 2009), che varia da 2 euro a picchi di 1.900 euro bimestrali.
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