Col 2023 il processo di transizione ecologica è partito alla grande e, secondo gli esperti, non sarebbe nemmeno più possibile (né auspicabile) tornare indietro. Ne parliamo col prof. Francesco Timpano, docente di Economia e Politica della Sostenibilità presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza-Cremona.
Professore, a qualcuno potrebbe essere sfuggito cosa sia accaduto esattamente…
«Il 2023, dal punto di vista della transizione ecologica, è stato un anno molto importante, benché il background di tale processo risalga al 2019 col Green Deal inaugurato dalla Commissione von der Leyen. L’applicazione e lo sviluppo di tale percorso ha incontrato molte difficoltà, però non si è fermato, anzi semmai è stato accelerato dallo scoppio della guerra in Ucraina, che ci ha mostrato come la dipendenza dai combustibili fossili non sia solo di carattere economico, bensì anche politico e di come possa rappresentare un’arma di ricatto. L’Europa è stata tuttavia capace di superare in fretta il ridimensionamento degli approvvigionamenti di gas e petrolio dalla Russia, pur avendo ciò avuto un costo piuttosto elevato».
Ma perché transizione ecologica è sinonimo anche di transizione economica?
«Perché il processo di decarbonizzazione non è necessario solo per l’ambiente, bensì anche per l’economia e per gli equilibri politici nel mondo. Questo è un punto molto importante, tale da condizionare la geopolitica dei prossimi anni. L’Europa gode in questo di una leadership mondiale riconosciuta anche nell’ambito della recente COP28, in quanto è stata l’unica ad attuare un percorso veramente concreto, anche se graduale, e a dotarsi di un mercato allargato per le quote di emissione di CO2. Non solo: è in fase di avvio il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere. Di cosa si tratta? Se noi imponiamo alle nostre imprese degli standard ambientali molto elevati, dobbiamo fare in modo che anche i beni importati dall’estero vengano sottoposti agli stessi criteri, introducendo un dazio sui prodotti ad alta densità di carbonio, che entrano in Europa. Serviranno almeno tre anni, perché questo sistema vada a regime, poi entro il 2034 verrà ulteriormente implementato, ma è importantissimo, in quanto consente di condizionare anche le scelte degli altri Paesi».
Affinché la transizione ecologica riesca, serve tuttavia anche il sostegno della finanza, giusto?
«Certamente. Occorre una finanza che appoggi concretamente gli investimenti sostenibili e le imprese pronte a contribuire alla decarbonizzazione. Noi non (...)».
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