L’infermiere del futuro sarà sempre più preparato, ma la Sanità del futuro sarà sempre più chiamata a curare le persone al di fuori degli ospedali. Così, come immagina, il progettista del nuovo ospedale di Cremona, Mario Cucinella. L’infermiere di oggi è invece sempre più conteso e il Pubblico mette in grande difficoltà le Rsa: si deve pensare ad una riorganizzazione. Però, se cambiano le mansioni devono cambiare, in fretta, anche le retribuzioni. Enrico Marsella è entrato alla Fondazione Germani di Cingia come Oss più di 40 anni fa, è diventato infermiere e dall’anno scorso ne è il presidente. Così com’è presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche e da fine ottobre, per acclamazione, anche dell’Associazione Professionisti. Non si sottrae, come è sua abitudine, alle domande scomode. Tra le risposte più vivaci, sintetizziamo un suo dubbio di fondo: cosa ci fanno gli infermieri indiani a Sospiro?
Come sarà la figura dell’infermiere nel nuovo ospedale?
«L’infermiere che lavorerà nel nuovo ospedale, ma direi nella nuova sanità in generale, sarà sempre più preparato, sempre più specializzato nelle varie discipline. La formazione post laurea offre al professionista che lavora in ambito ospedaliero la possibilità di perfezionarsi con master in Area intensiva e dell’emergenza, Area medica, Area chirurgica, Area neonatologica e pediatrica, Area della salute mentale e dipendenze e altro ancora. Insomma, la professione è pronta alle nuove sfide, gli infermieri cremonesi saranno sicuramente all’altezza dell’innovativa struttura ospedaliera».
Il progettista Cucinella immagina spazi condivisi per una diagnosi a distanza e servizi “urbani” per chi ci lavora fino a 12 ore al giorno. In attesa che l’architetto ce lo spieghi, lei come se lo immagina?
«Da queste anticipazioni penso avrà una parte molto importante la telemedicina, che già oggi è impiegata con successo per alcune prestazioni, come la refertazione di esami elettrocardiografici e radiologici o il monitoraggio dei parametri vitali. Il tutto in spazi di lavoro condivisi, ovvero in un’ottica di multi professionalità dell’equipe. Il progettista, inoltre, prevede un ambiente di lavoro “a misura d’uomo”, in grado coniugare le elevate performance con la qualità di vita di chi vi opera».
Il ruolo dell’infermiere sta comunque cambiando. Ma ci sono già esempi concreti? Come lavora un infermiere di famiglia?
«Il nuovo ospedale sarà una struttura all’avanguardia e un fiore all’occhiello della sanità nazionale e cremonese. Tuttavia la sanità del futuro sarà (...)».
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