la componente democratica cristiana prenda corpo»
Egregio direttore,
la divergenza registratesi nella elezione del Presidente del Senato tra Forza Italia (che non ha votato La Russa) e Fratelli d’Italia non è un incidente di percorso, ma la spia di un sostanziale distacco tra le componenti del centro destra, che esiste sin dal 2018 nelle formazioni degli ultimi tre governi, dove solo Fratelli d’Italia ha presidiato il campo della opposizione.
Una scelta su cui il Partito di Giorgia Meloni ha ottenuto un notevole successo il 25 settembre, ribaltando i rapporti di forza con le formazioni di Salvini e Berlusconi, rimasti sul campo con qualche ammaccatura e robuste delusioni da smaltire. Berlusconi ha ripetuto sin dal 1994 che con l’avvento di Forza Italia sarebbe finito il “teatrino della politica” messo in atto dai vecchi partiti. Quanto è avvenuto al Senato l’altro giorno è il cedimento di quel sistema che ha rimosso la Politica e avviato l’era dei capi.
Nella cosiddetta Prima Repubblica non son mancate furbizie, intralci umanamente inevitabili. Ci saranno stati anche dei teatrini ma gli attori erano Dirigenti Politici di elevata sensibilità istituzionale. Nessuno mai avrebbe provocato un strappo istituzionale nella elezione della seconda carica dello Stato.
Le difficoltà economiche, la guerra alle porte dell’Europa, la credibilità dell’Italia in Europa e nel mondo non hanno indicato la strada della compostezza istituzionale, venuta meno sull’altare distributivo dei posti ministeriali.
Ma il malessere è più complesso. Il sistema delle signorie non regge più.
Una situazione rabberciata, lacerata che nessun rammendo risolve. Nella prima fase della repubblica è vero che i governi avevano vita breve, ma il sistema reggeva, il disegno di governo resisteva ed era quello scelto dagli elettori.
Ma prima delle alleanze maturavano nei Partiti i processi di approfondimento programmatico, con un dibattito che si svolgeva in ogni sezione di Partito in tutti i Comuni e nelle frazioni e quindi nel Paese.
Chi ha una certa età ricorda il confronto a volte aspro con il centro sinistra.
Altri tempi? Altro mondo? Si ma era il tempo della democrazia, il mondo della dignità delle istituzioni rappresentative.
Qualcuno oggi vagheggia un possibile accordo tra Fratelli d’Italia e il PD.
È una ipotesi utopistica e quindi da non prendere in considerazione.
Le scelte degli elettori vanno rispettate e non può essere ripetuto quello che avvenne nel 2018, quando il governo si fece con gli avversari che si erano contrapposti per tutta la campagna elettorale. La legislatura si salvò ma a quale prezzo.
Il responso delle urne va seguito altrimenti non ci si può aspettare qualcosa di diverso dagli elettori, infatti le astensioni il 25 settembre sono aumentate.
Partendo dall’esperienza di Noi Moderati, anche se non certamente brillante, bisogna ricostruire un’area di un Centro vero dove anche la componente democratica cristiana prenda corpo, con operazioni di contenuti e non commerciali.
I principi e i valori non si comprano ma si vivono.
Giuseppe Trespidi
Segretario Provinciale UDC Cremona
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