Sul numero di questa settimana prosegue il nostro viaggio di approfondimento per capire cosa si cela dietro la nuova Via della Seta. Per le imprese occidentali l’immenso mercato cinese rappresenta una grande opportunità, ma il ritorno del Celeste Impero, ormai superpotenza economica, politica e militare in grado di contendere la leadership agli Usa, non può non indurre qualche riflessione sulle mire espansionistiche legate al progetto, di cui si intravede il potenziale, ma non i rischi legati all’opportunità di fornire alla Cina un formidabile strumento per accrescere ulteriormente la sua influenza e, di conseguenza, alla possibilità concreta di condannare l’Europa alla dipendenza dal colosso cinese. Ecco perchè la cosiddetta “Belt and Road Iniative” (BRI) con cui la Cina vorrebbe disegnare un nuovo modello di globalizzazione viene visto con estrema prudenza e più di qualche sospetto da parte di Bruxelles, per non parlare degli Stati Uniti, ed ecco perchè, ad oggi, solo i Paesi meno forti ed indipendenti a livello politico ed economico, come l’Est europeo, ma anche Grecia e Cipro, sono stati gli unici ad aderire convintamente al progetto cinese. Per l’Europa, come per il resto del mondo, la Cina non può che essere un interlocutore di cui tenere conto: ma proprio in ragione della sua potenza e della sua spregiudicatezza, ormai conclamata, sarà fondamentale riuscire a trovare un punto di equlibrio, ottenendo una reciprocità con Pechino al quale si potranno aprire alcune porte e non altre e a cui si potrà concedere qualcosa in cambio di una contropartita di egual peso e rilevanza. (ar)
Una rotta millenaria mai così percorsa
L’articolo pubblicato sul numero precedente ha presentato la Via della Seta come un percorso millenario che da alcuni anni è tornato ad essere nuovamente solcato ed al centro della geopolitica mondiale. Dopo un breve excursus storico sulla sua costruzione ed importanza nel corso degli anni, dalla antichità ai giorni nostri, l’articolo ha illustrato l’ingente piano di investimenti che la Cina intende effettuare proprio sulla stessa rotta. La famosa rotta di Marco Polo, oggi non è solo un vasto sistema di rotte commerciali, ma è prima di tutto un consistente piano di investimenti sostenuto dal Governo cinese. La Cina vuole infatti rafforzare la propria posizione di leader mondiale nel commercio e consolidare la propria presenza in mercati esteri, soprattutto nei Paesi asiatici limitrofi e in quelli europei. Tale rafforzamento passa attraverso l’abbattimento dei costi dovuti alla assenza o poca capillarità della rete infrastrutturale che possa collegare efficacemente (e velocemente) Asia ed Europa...
Valentina Cattivelli
Ricercatrice
e EU Project Manager
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