ha una storia
che porta a Roggione
dell’Acciaieria Arvedi: Francesco Frigoli
Il crocifisso in acciaio, regalato martedì al Presidente della repubblica in visita a Santa Monica, è opera di Francesco Frigoli, un ex operaio di Arvedi in pensione da quasi vent’anni. Oggi ha 73 anni, portati benissimo, abita a Roggione in una bella casa custodita da quattro tartarughe altrettanto belle.
La visita di Mattarella l’ha seguita in televisione perché ha preferito non entrare “in tutta quella confusione”. Ma questo crocifisso ha una sua storia che merita di essere raccontata.
C’è una premessa: Francesco Frigoli ha una predisposizione per ricordarsi le date. Dice: «in questa casa sono entrato il 28 ottobre 1977, il giorno della marcia su Roma. Ho iniziato il mio primo lavoro a 15 anni all’officina Cavagnoli di Regona. Li avevo compiuti il 4 settembre e il 17 novembre mi sono presentato in officina. Ho iniziato a lavorare da Arvedi il 13 febbraio 1974, era un lunedì. La prima colata di acciaio c’è stata il 31 ottobre 1974 in un forno realizzato dalla Tagliaferri di Cusano Milanino. Io ero il primo collaboratore di Angelo Romani, il tecnico che l’ha installato. Sono andato in pensione il primo gennaio 2002 per cui ho ricevuto l’ultimo stipendio in lire e la prima pensione in euro».
Si ricorderà, dunque, quando è iniziata questa vicenda del crocifisso in acciaio?
«Bisogna andare un po’ indietro con gli anni...Mi spiace, la data esatta non me la ricordo. Penso fosse il 1995. Cosa era successo? L’impresa delle pulizie aveva fatto cadere un crocifisso in un ufficio e il crocifisso si era rotto. Luciano Manini, che allora era l’amministratore delegato, era venuto a dirmi: “Francesco, riparalo. Mi raccomando che lui ci tiene”. Con Luciano avevamo iniziato a lavorare assieme, poi lui aveva fatto una grande carriera ma continuava a darmi del tu. Credo avesse aggiunto: “se no, salterà qualche testa”: era il suo modo per dare importanza al lavoro che mi aveva affidato. L’avevo riparato il giorno dopo e mi ero permesso di chiedergli: posso farne uno a modo mio?...
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