Commemorazione dei militari francesi rimasti gravemente feriti nella battaglia di Solferino e che, nonostante i soccorsi prestati con grande spirito di solidarietà dai cremonesi, non riuscirono purtroppo a sopravvivere. La cerimonia, che si terrà martedì 3 dicembre, alle ore 11.30, al Civico Cimitero, dove sono sepolti i resti di questi soldati, si aprirà con la deposizione di una corona d’alloro, da parte del Console generale di Francia a Milano Cyrille Rogeau, al monumento che li ricorda. Seguirà la benedizione. Pronunceranno poi un breve intervento il Presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti, l’Assessore Luca Burgazzi, Gianluigi Valotti, ricercatore e storico bresciano, il Prefetto Vito Danilo Gagliardi, e, infine, il Console generale di Francia.
La commemorazione al Civico Cimitero sarà preceduta da un incontro a Palazzo Comunale, nel corso del quale il Sindaco Gianluca Galimberti riceverà il Console generale di Francia a Milano Cyrille Rogeau e Gianluigi Valotti, che donerà il volume Cremona 1859 - Feriti dopo la battaglia di Solferino, di cui è autore così come di altre pubblicazioni, anche in lingua francese, dedicate alle vicende della seconda guerra di indipendenza in terra bresciana. Saranno presenti all’incontro in Comune il Prefetto Vito Danilo Gagliardi, il Presidente del Consiglio comunale Paolo Carletti, e gli Assessori Luca Burgazzi e Simona Pasquali.
La battaglia di Solferino (24 giugno 1859) fu combattuta fra l'esercito austriaco e quello francese durante la seconda guerra d'indipendenza nel contesto della battaglia di Solferino e San Martino, alla quale parteciparono anche i soldati dell'esercito piemontese. Si concluse con la sconfitta dell'Austria che perse la guerra e la Lombardia. Viene ricordata in Italia come primo concreto passo verso l'unità nazionale e in tutto il mondo per aver ispirato a Henry Dunant l'idea della Croce Rossa Internazionale.
“Officina di carità” così si può definire Cremona per la sua accoglienza. Durante i combattimenti la nostra città fu il centro delle riserve francesi, direttamente a contatto con il fronte, sia per la sussistenza di viveri sia per il rifornimento di munizioni. Fu proprio questo che scatenò poi la riconoscenza verso la patria che i cremonesi seppero avere dopo la battaglia.
Cremona mobilitò tutta la sua gente e si trasformò in un’immensa città ospedaliera accogliendo e curando 11.000 feriti di cui 8.500 francesi. Nel 1888 Cremona dedicò ai 320 francesi morti in città un Monumento alla memoria, ad opera del noto scultore trentino e milanese d’adozione Andrea Malfatti (7 maggio 1832 – 7 febbraio 1917), autore anche del Monumento a Giuseppe Garibaldi, eretto nel 1886 (ora collocato nei giardini Giovanni Palatucci, davanti alla stazione ferroviaria), ed ispirato a un fatto d'arme del 1866, quando l'eroe entrò in Trentino incitando i suoi a seguirlo.
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