“Tutti i dati disponibili dimostrano che innovare è un dovere per le imprese. La nostra responsabilità, come Giovani Ance, è aprire la mente ai costruttori, ai politici e a tutti gli operatori della filiera, mettendo in luce i vantaggi che la tecnologia può darci in termini di produttività, qualità e sicurezza.”
Con queste parole Roberta Vitale, presidente dei Giovani Ance, ha spiegato i principi alla base del XVIII convegno nazionale dal titolo “M4ttoni.0 - Digitalizziamo un antico e nobile mestiere”, che si è svolto venerdì 19 maggio a Roma al “Nazionale Spazio Eventi” in Via Palermo, 10, e che ha l’obiettivo di contribuire all’individuazione di soluzioni nuove e adeguate per accelerare un rinnovamento non più rimandabile. Per il Gruppo Giovani Ance Cremona hanno partecipato Fabio Bettoni, Presidente del Gruppo, Paolo Beltrami, Vice Presidente Giovani Ance Cremona e Vice Presidente regionale Gruppo Giovani Ance Lombardia e Nadia Bettoni, componente del Gruppo Giovani Ance Cremona.
Ai lavori del convegno, organizzato in due sessioni - una mattutina e una pomeridiana - hanno preso parte autorevoli relatori chiamati a tratteggiare le grandi direttrici da seguire e le prospettive che esse potranno aprire su temi su cui si gioca non solo il futuro e la competitività del settore delle costruzioni ma anche il benessere complessivo del nostro Paese e dei suoi abitanti.
Alla base di tutto la certezza è che l’innovazione non è una scelta ma è un imperativo a cui è necessario e urgente adeguarsi.
Punto di partenza della riflessione della Vitale è il dato che emerge da tutti gli studi sul tema e che mostra come le costruzioni siano il comparto meno digitalizzato del mondo, con un livello tra i più bassi di investimenti destinati all’innovazione.
Un dato strettamente correlato all’andamento della produttività: nel decennio 2005-2014 le costruzioni, all’ultimo posto come grado di digitalizzazione, mostrano anche un deciso calo della produttività.
Un quadro ancora più preoccupante nel nostro Paese, dove le costruzioni stanno scivolando, nel confronto a livello mondiale, dal gruppo degli Stati in “decrescita” a quelli “arretrati”.
Di qui l’urgenza di un drastico cambiamento del paradigma culturale che presiede ai modi di pensare e di agire degli imprenditori del settore, che deve finalmente aprirsi e abbracciare le logiche della digitalizzazione e della cosiddetta quarta rivoluzione industriale.
Ma oltre alla volontà degli imprenditori è necessario il varo di una politica industriale adeguata da parte del Governo.
“Il decreto Industria 4.0 – ha dichiarato in questo senso la presidente del Giovani Ance -è un primo passo importante, ma è necessario che allarghi lo sguardo al settore dell’edilizia. Bene, quindi, il super e l’iper ammortamento, che per essere ancora più efficace potrebbero essere legati anche all’alta formazione del personale.”
Non è mancato poi un monito all’attore pubblico, che, nel nostro Paese, è ben lontano dai livelli di innovazione e modernizzazione già realizzati altrove: “ Noi siamo pronti a raccogliere la sfida dell’innovazione - ha affermato Roberta Vitale - ma con noi deve farlo la pubblica amministrazione. Perché se da una parte le nostre imprese sono costrette ad essere sempre più qualificate, non possiamo pensare che uffici comunali e stazioni appaltanti siano a malapena adeguate alla seconda rivoluzione industriale.”
Tra i vantaggi della digitalizzazione, inoltre, non va dimenticato quello legato al grande tema della manutenzione e della sicurezza del patrimonio edilizio. “Le moderne tecnologie possono - ha sottolineato la presidente dei Giovani Ance - fornirci indicazioni dettagliate sullo stato di salute degli edifici e delle infrastrutture, per poter intervenire tempestivamente con un piano di manutenzione o agevolare la ricostruzione a seguito di crolli o danneggiamenti. Per fare ciò occorre rendere obbligatoria la redazione del fascicolo digitale del fabbricato, per gli immobili privati, e redigere un data base completo del patrimonio pubblico in collaborazione con le università italiane.”
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