«Perchè il sogno diventi realtà deve trasformarsi dal sogno di pochi in quello di tanti».
Con queste parole Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, ha concluso i lavori della prima seduta del 'Tavolo tecnico navigabilità del Fiume Po' che si è tenuto questa mattina in Camera di Commercio, promosso dalla Regione per rispondere all'appello che gli industriali di Cremona avevano rivolto al presidente della Regione, Roberto Maroni, in occasione dell'assemblea annuale del 21 settembre scorso.
Riuniti in Camera di Commercio i firmatari del protocollo del 2012: enti locali, associazioni di categoria e sindacato. Il tavolo, che si riunirà nuovamente, seppur in forma ristretta – questa la richiesta di Beccalossi – verso la metà di gennaio, è stato preceduto dalla presentazione dei progetti, ormai ultimati, relativi alla sistemazione della navigabilità del Po, da parte dell'ing. Luigi Mille, dirigente dell'Aipo Lombardia. Questi progetti (vedi Mondo Padano dell'11 dicembre) saranno presentati a Bruxelles con l'obiettivo di intercettare le ingenti risorse che la Commissione Juncker destina al potenziamento delle vie fluviali. Ebbene, l'idrovia padano-veneta, considerata dall'Europa strategica, è inserita nel cosiddetto Corridoio 3 per la cui infrastrutturazione l'Europa mette sul piatto 1,3 miliardi di euro. Ma per centrare il bersaglio grosso – verosimilmente l'ultima occasione che l'Italia ha per sfruttare le vie fluviali per il trasporto delle merci – sono necessari alcuni passagi intermedi. Quali lo ha indicato l'assessore Beccalossi, che Mondo Padano ha intervistato a margine del tavolo tecnico, durato più di due ore.
Beccalossi si è soffermata su alcuni concetti chiave: condivisione (un'opera di questa portata necessita del massimo coinvolgimento da parte delle istituzioni, (province, comuni, regioni e governo), ma anche dei soggetti economici. In buona sostanza, secondo Beccalossi, «in un periodo di vacche magre non si può pensare che l'Italia possa mettere in moto una macchina di queste dimensioni per realizzare un'opera da 2 miliardi di euro senza avere la certezza che questa 'autostrada azzurra' – così l'ha ribattezzata Beccalossi – sia poi utilizzata dalle imprese italiane».
Secondo, non si può pensare di parlare di Tencara senza metterla in relazione con il più ampio tema della navigabilità del Po. «Il titolo non è Tencara. Tencara è una conseguenza del fatto di poter garantire la navigabilità sul fiume. Il motivo è semplice: se si considera Tencara fine a se stessa, quest'area potrebbe essere una delle tante aree appetibili presenti in Lombardia. Qual è il valore aggiunto di quest'area? Il fatto di poter offrire, oltre alla gomma e al ferro, anche l'acqua come via di comunicazione. Allo stesso modo, se si parla di navigabilità del fiume, bisogna parlarne a 360 gradi, comprendendo anche Milano. L'Europa a cui ci affidiamo per intercettare le risorse per realizzare quest'opera richiede che il progetto abbia una valenza nazionale. Inoltre – prosegue Beccalossi – bisogna capire che per la pubblica amministrazione il tempo delle vacche grasse è finito. Tencara, dunque, ha un futuro nel momento in cui si lega questo progetto a quello più ampio della navigabilità del Po perchè oggi più che mai le scelte vanno ponderate bene. Dobbiamo essere concreti. La Regione, da parte sua, è pronta a mettere sul piatto tutto quello che c'è. Io mi metto a disposizione per contattare le altre regioni, ma per riuscire a realizzare questo progetto è necessario che ognuno faccia la sua parte». L'assessore ritiene, a questo riguardo, che il pieno coinvolgimento del mondo delle imprese sia un fattore imprescindibile perchè il progetto sia coronato da successo. «Mi aspetto che la Confindustria lombarda si faccia portavoce di questo progetto con la Confindustria veneta ed emiliana perchè un altro, fondamentale, elemento da chiarire prima di qualunque altro passaggio è proprio questo: le imprese italiane sono interessate ad utilizzare questa infrastruttura? Insomma – conclude Beccalossi – dobbiamo passare dal «sarebbe bello» al «cosa posso fare io».
LA NOTA STAMPA CONCLUSIVA DIFFUSA DALLA CAMERA DI COMMERCIO
Grande attenzione di Regione Lombardia al progetto della navigabilità del fiume Po e al polo produttivo di Tencara - che risultano strettamente collegati - e piena volontà di pianificare le attività che potranno portare all’effettiva realizzazione del progetto è stata espressa dall’Assessore regionale al territorio Viviana Beccalossi durante la prima riunione del Tavolo tecnico per la navigabilità del fiume Po e Tencara voluto dal governatore Maroni e copresieduto dal Presidente della Camera di Commercio Gian Domenico Auricchio a cui hanno partecipato, oltre ai consiglieri regionali Malvezzi, Lena e Alloni, i rappresenti delle istituzioni e del mondo economico cremonese.
Un impegno forte di Regione Lombardia al quale si deve affiancare un impegno altrettanto significativo delle categorie economiche per sensibilizzare e coinvolgere il mondo dell’imprenditoria, non solo lombardo, e del governo perché la navigabilità del Po è un’opportunità per l’intero Paese.
L’illustrazione, da parte dell’ing. Mille di AIPO degli studi di fattibilità relativi agli interventi volti a rendere navigabile il Po per 365 giorni all’anno - il cosiddetto 365 Po River System - e a prolungare il canale fino a Milano, ha evidenziato le peculiarità tecniche dei progetti, sia in termini di potenzialità per la navigazione commerciale che in termini ambientali e di produzione di energia.
Le risorse necessarie potranno in parte essere reperite in Europa, con il vincolo però della realizzazione del collegamento del canale navigabile con Milano.
A gennaio sarà convocato un nuovo incontro con un gruppo ristretto di lavoro che, in modo operativo, porterà alla definizione dei nuovi passi.
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