Benedetta Bodini, cremonese, 39 anni appena compiuti, attualmente ricercatrice a Parigi presso l’Institut du Cerveau et de la Moelle épinière, ICM - Hôpital Pitié Salpêtrière, ha vinto il Premio Rita Levi Montalcini. Medico, inzia a occuparsi di sclerosi multipla nel 2007, quando vince una borsa di studio FISM. Si dedica in particolare alle forme di SM progressiva, poi approda alla specializzazione in Neurologia, al dottorato a Londra nel 2013 e al dottorato a Parigi nel 2015. Qui, per il Centro Nazionale Ricerca Scientifica (INSERM), lavora nel gruppo condotto dal professor Bruno Stankoff e dalla professoressa Catherine Lubetzky. «Sono molto fiera di essere stata scelta come nuovo Premio Rita Levi Montalcini. Rappresenta per me l’arrivo prestigioso di un percorso e lo stimolo a raggiungere nuovi traguardi nella ricerca per capire da vicino come curare la sclerosi multipla», ha detto la giovane ricercatrice.
Mediante l’utilizzo della PET (tomografia a emissione di positroni) Benedetta Bodini ha misurato in modo diretto e mirato i principali meccanismi della fisiopatologia della SM e in particolare nella forma progressiva: sia quelli di mielinizzazione e rimielinizzazione, sia quelli legati all’attivazione microgliale e alla neuro degenerazione precoce nelle persone con SM. È per questo studio in particolare, che Bodini riceve il Premio Rita Levi Montalcini. «L’utilizzo della PET sta aprendo nuovissime frontiere per la comprensione e la cura della malattia, soprattutto nelle forme progressive. Per questo AISM, tramite la sua Fondazione, ha scelto di premiare e sostenere Benedetta Bodini: il suo innovativo percorso di ricerca potrà contribuire a cambiare la storia della sclerosi multipla e le prospettive di salute e di vita di tante persone con SM», ha spiegato Paola Zaratin Direttore Ricerca Scientifica FISM.
Per Mario Alberto Battaglia, presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM), Benedetta Bodini «rappresenta un esempio del “valore” della nostra scuola di ricerca, che nasce da un’associazione come AISM; rappresenta il nostro impegno verso l’eccellenza della ricerca, verso una scienza che sta dalla parte delle persone. La nostra, “scuola” è fatta di ricercatori come la dottoressa Bodini, che sono pronti ad innovare se questo aumenta la possibilità di dare risposte alle persone con SM».
Il Premio Rita Levi Montalcini è stato assegnato per la prima volta nel 1999 a Gianvito Martino, allora giovane ricercatore e oggi direttore scientifico dell’Ospedale San Raffaele e capo Unità di ricerca in Neuroimmunologia: la sua equipe ha iniziato in questi giorni il primo studio clinico per il trattamento della sclerosi multipla con infusione di cellule staminali neurali.
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