La proposta dei 5 Stelle ai sindaci: ridurre
le Amministrazioni locali da 115 a 27
«Meno Comuni, meno costi, meno tasse»: con questo slogan il Movimento 5 Stelle di Cremona chiede ai 115 sindaci della provincia di accorparsi così da ridurre i costi pubblici. L'appello è contenuto in una lettera inviata dal movimento ai primi cittadini del cremonese nella quale viene anche proposto un esempio di accorpamento per portare da 115 a 27 i Comuni cremonesi.
Di seguito la lettera inviata ai sindaci e il prospetto di accorpamento.
Egregio Signor Sindaco,
il Movimento 5 Stelle di Cremona la invita, quale dipendente al servizio retribuito dei Cittadini del suo Comune, a considerare la possibilità di realizzare la fusione del suo Comune con uno o più Comuni limitrofi sulla base del motto “meno Comuni, meno costi, meno tasse”.
1) Il Movimento 5 Stelle di Cremona la invita ad informare i Suoi Cittadini, ovvero i Suoi datori di lavoro, delle straordinarie opportunità che la legge nazionale e quella regionale permettono: essere chiamati a votare la nascita di Enti meno costosi e più snelli e quindi votare la possibilità di pagare meno tasse.
2) Il Movimento 5 Stelle propone a livello nazionale di abolire i Comuni sotto i 5.000 abitanti, ma con questa nostra iniziativa cremonese si vuole evitare l’imposizione di una legge nazionale. Il Movimento 5 Stelle confida nel fatto che ogni Sindaco voglia il bene di ogni suo singolo cittadino e datore di lavoro. Ultimamente sono stati fatti vari tentativi di accorpamento dei servizi fra Comuni come ad esempio la Polizia Locale, i servizi sociali, tecnico e di segreteria. (Basta leggere il testo di una qualsivoglia convenzione per la gestione in forma associata di un servizio per accorgersi dell’inutilità e della dispendiosità del provvedimento che si andrà ad adottare) Le Unioni sono però un dispendio di risorse perché creano un altro Ente parallelo: non sono mai decollate, anzi spesso smantellate e ricostruite per assurdi giochi politici.
3) Per fare chiarezza occorre menzionare la normativa introdotta dal “ D.L. 78/2010 come modificato dal D.L. 98/2011, dal D.L. 138/2011 e, in seguito dal D.L. 216/2011 convertito con modificazioni dalla legge 14/2012 in base alla quale “i Comuni con popolazione compresa tra i 1.000 e i 5.000 abitanti devono obbligatoriamente esercitare in forma associata le funzioni fondamentali di cui all’art. 21 comma 3 legge 42/2009: di queste, due funzioni entro il prossimo 30/9/2012 e le altre 4 funzioni entro il 30 settembre 2013. La soglia minima è fissata in 5.000 abitanti o nel quadruplo del comune più piccolo, come disposto dalla L.R. n. 22 del 28/12/2011. L’obiettivo che gli enti si propongono con la forma associata descritta, è quello della razionalizzazione dei servizi associati al fine di accrescere quantità e qualità dei servizi erogati e delle funzioni gestite in forma associata in relazione ad esigenze di efficienza ed efficacia oltre che di economicità e di razionalizzazione della spesa pubblica, di incrementare il grado di specializzazione e di professionalità del personale, di produzione di servizi aggiuntivi altrimenti non attivabili, di ottimizzazione delle risorse produttive, di valorizzare il senso di appartenenza delle municipalità anche in relazione alle funzioni di presidio del territorio, in armonia con i principi sanciti dalla legge di riforma del sistema regione- autonomie locali”. A questa pletora legislativa gremita di obiettivi fantasiosi e farragginosi si aggiungono altri provvedimenti di legge (L.R. n. 2 del 24 febbraio 2012) che istituiscono “ i Piani di Zona per lo svolgimento in forma associata da parte dei comuni delle funzioni in materia di servizi sociali”.
4) Le iniziative legislative elencate al paragrafo n. 3 rappresentano delle agevolazioni fatte “dalla politica alla politica” per perpetuarsi nel tempo sperperando il pubblico denaro. Tutte queste scappatoie politico- amministrative non contribuiscono di certo a snellire la pachidermica macchina amministrativa statale che costa agli italiani oltre 800 miliardi di €uro l’anno. I piccoli comuni, oltre che generatori di debito pubblico, sono stati finora mantenuti in vita per volontà dei partiti politici in modo da disporre di una miriade di microscopici parlamentini in cui far acquisire esperienze ai propri affiliati e quindi selezionare in seguito quegli elementi ritenuti validi da ribaltare sulla scena nazionale o in subordine regionale.
5) Vale inoltre la pena di rimarcare che i piccoli comuni non sono stati finora soppressi a causa dell’azione dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che rappresenta una potente associazione dotata di un presidente nazionale e da vigorose rappresentanze regionali che vivono e prosperano con le quote associative che ogni comune corrisponde annualmente (attingendo dalle casse dei cittadini). Questa potentissima lobby, come si è visto, promuove ambigue e discutibili azioni politiche autoreferenziali e protezionistiche a favore dei comuni in generale e se necessario di mobilitazione come abbiamo già assistito quando i governi hanno parlato di accorpamento, spending review, pareggio di bilancio, patto di stabilità ecc. IL Movimento a 5 Stelle dovrebbe intraprendere (intraprenderà) uno studio serio e approfondito, inteso a togliere potere e denaro a questa associazione che in definitiva si pone contro il cittadino contribuente ed è finalizzata unicamente ad esercitare una smaccata difesa del mantenimento della politica più deleteria, perniciosa e spendacciona.
• Per le elencate ragioni esposte più sopra, il Movimento 5 Stelle preferisce le fusioni o gli accorpamenti forzosi e La mette al corrente che lo Stato e La Regione garantiscono fondi straordinari per legge, per almeno dieci anni, per garantire al cittadino un periodo di transizione ottimale e garantire la gestione decentrata delle risorse umane e patrimoniali. E senza che i dipendenti vengano licenziati. Certo, alcuni dirigenti dovranno fare a meno dell’indennità, ma i cittadini saranno meno gravati dalle tasse e da tutti gli altri balzelli fiscali, il tutto a favore Bene Comune?
• Il Movimento 5 Stelle scrive la presente a tutti i Sindaci della Provincia di Cremona affinché considerino di chiamare i propri datori di lavori, (i Cittadini contribuenti), alle urne per far loro decidere la fusione con altri Comuni: REFERENDUM.
• Pensiamo alla fusione fra Cremona, Bonemerse e Gerre Caprioli, ad esempio; fra Casalmorano, Genivolta, Azzanello e Castelvisconti, fra i Comuni casalaschi con Piadena e Casalmaggiore; fra le tre Ripalta; fra Cumignano e Soncino; fra Soresina, Trigolo e Cappella Cantone; fra Spinadesco e Acquanegra, con Grumello e Crotta d’Adda; fra Pizzighettone e Formigara; fra Crema e Madignano. Ce ne sono di possibilità...
• Speriamo che siano superati i tempi del “campanile”, anche perché stiamo attraversando un periodo di recessione economica conclamata, i denari sono di difficile reperimento salvo tassare i soliti a reddito fisso, pertanto mantenere in vita Enti dalla inconsistente utilità che sperperano il denaro dei cittadini, risulta ingiusto e controproducente.
Siamo comunque a disposizione per un incontro personale speriamo costruttivo.
In allegato, le normative e gli esempi di fusione fra Comuni avvenute anche nel recentissimo passato in Italia e in Lombardia.
ESEMPIO DI ACCORPAMENTO
Da 115 a 27 Comuni, un bel passo in avanti.
Cremona (72.147) + Bonemerse (1.484) + Gerre de’ Caprioli (1.322) + Persico Dosimo (3.370) + Gadesco – Pieve Delmona (2.028) + + Malagnino (1.457)
Sesto ed Uniti (3.000) + Acquanegra Cremonese (1.310) + Crotta d’Adda (677) + Spinadesco (1.581) + Grumello Cremonese ed Uniti (1.908)
Pizzighettone (6.729) + Formigara (1.146)
Castelverde (5.663)
Crema (34.152) + Madignano (2.992)
Bagnolo Cremasco (4.863) + Capergnanica (2.094) + Chieve (2.252) Rivolta d’Adda (8.057)
Spino d’Adda (7.011)
Pandino (9.132) + Dovera (3.957) + Palazzo Pignano (3.906)
Vaiano Cremasco (3.919) + Monte Cremasco (2.351)
Ripalta Cremasca (3.410) + Ripalta Arpina (1.054) + Ripalta Guerina (529) Moscazzano (838) + Casaletto Ceredano (1.188) + Credera Rubbiano (1.654)
Vailate (4.499) + Agnadello (3.776) + Capralba (2.480) + Pieranica (1.181) + Quintano (927) + Torlino Vimercati (445)
Trescore Cremasco (2.931) + Cremosano (1.554) + Casaletto Vaprio (1.784) + Campagnola Cremasca (694)
Sergnano (3.675) + Camisano (1.311) + Casale Cremasco-Vidolasco (1.855) + Castel Gabbiano (474) + Pianengo (2.615) + Ricengo (1.795) +
Offanengo (5.874) + Casaletto di Sopra (548) + Izano (2.072) + Romanengo (3.093) + Salvirola (1.176)
Soncino (7.755) + Cumignano sul Naviglio (442) + Ticengo (444) + = 10.417 Casalmaggiore (15.073) + Rivarolo del Re ed Uniti (2.091) + Spineda (641) + Martignana di Po (1.851) +
Gussola (2.967) + Cingia de’ Botti (1.325) + Motta Baluffi (1.000) + San Martino del Lago (488) + Torricella del Pizzo (693) + Scandolara Ravara (1.520)
Piadena (3.645) + Calvatone (1.296) + Casteldidone (592) + Drizzona (565) + San Giovanni in Croce (1.880) + Tornata (500) + Voltido (412) + Ca d’Andrea (482)
Sospiro (3.086) + Cella Dati (552) + Pieve d’Olmi (1.297) + San Daniele Po (1.471) + Stagno Lombardo (1.544) + Derovere (316) + Pieve San Giacomo (1.625)
Vescovato (4.039) + Pescarolo ed Uniti (1.608) + Cicognolo (932) + Cappella de’ Picenardi (438) +
Soresina (9.345) + Annicco (2.096) + Trigolo (1.776)
Casalmorano (1.681) + Genivolta (1.191) + Castelvisconti (333) + Azzanello (744) Castelleone (9.603) + Cappella Cantone (590) + Gombito (653) + San Bassano (2.227) + Montodine (2.609) + Fiesco (1.178)
Casalbuttano ed Uniti (4.113) + Bordolano (610) + Corte de’ Cortesi con Cignone (1.137) + Paderno Ponchielli (1.485)
Robecco d’Oglio (2.393) + Corte de’ Frati (1.466) + Olmeneta (956) + Pozzaglio ed Uniti (1.451) + Grontardo (1.465) + Gabbioneta – Binanuova (947) + Scandolara Ripa d’Oglio (625)
Ostiano (3.067) + Volongo (570) + Isola Dovarese (1.223) + Pessina Cremonese (693) + Torre de’ Picenardi (1.800)
© Riproduzione riservata
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