Secondo gli specialisti cremonesi
la perfezione del suono non ha età
Non è la prima volta che Claudia Fritz, ricercatrice di scienze acustiche all’università Pierre e Marie Curie di Parigi (e flautista) e il suo team (di cui fanno parte i liutai Joseph Curtine Fan-Chia Tao) si cimenta con esperimenti che mettono in competizione il suono dei violini Stradivari con quello di strumenti contemporanei. L’ultimo dei tre esperimenti condotti dal gruppo di lavoro franco-americano ha portato alla conclusione secondo cui gli strumenti moderni in realtà suonerebbero meglio dei capolavori della liuteria classica, a dispetto dell’aura mitologica evocata dal nome Stradivari. Per confermare la tesi già avanzata con le prove effettuate nel 2012, Claudia Fritz, tra New York e Parigi, ha fatto bendare dieci violinisti professionisti che hanno suonato, in serie, tre violini antichi (Stradivari) e tre contemporanei, da soli o con orchestra, chiedendo poi al pubblico di esprimere la propria preferenza. Ebbene a quanto pare il gusto del pubblico ha sanzionato la superiorità del suono dei violini contemporanei. E’ la fine di un mito? Oppure qualcosa sfugge al metodo del team Fritz? Di sicuro se si parla però di liuteria fra tradizione, scienza e interpretazione, non servono voli transoceanici. Cremona ha le risposte.
Mondo Padano ne ha parlato con gli esperti che vivono e lavorano a stretto contatto con i violini cremonesi, i grandi del passato e i milgliori contemporanei: il conservatore del Museo del Violino Fausto Cacciatori, Marco Malagodi e Francesco Setragno dei laboratori di ricerca acustica e diagnostica con sede in piazza Marconi, Primo Pistoni ultimo liutaio cremonese a vincere con un violino il concorso Trennale e il virtuoso Sergej Krylov, cittadino onorario della città di Stradivari che ha imparato ad amare gli antichi artigiani, ma sui più prestigiosi palcoscenici al mondo oggi suona un... Krylov.
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