organizzata dall’Oriente di Cremona
Sabato scorso, 21 settembre, delegazioni di massoni provenienti da tutta Italia si sono dati appuntamento a palazzo Cattaneo per celebrare la cerimonia di apertura nazionale dell’anno massonico 2019-2020, organizzata dall’Oriente di Cremona. L’equinozio d’autunno, infatti, è un momento fondamentale della complessa cosmogonia massonica, che lega strettamente i fratelli massoni di oggi alle numerose scuole iniziatiche che li hanno preceduti, dai misteri egizi a quelli di Mitra, dagli eleusini alle cerimonie esseniche, nel solco di una tradizione di cui la massoneria scozzese con i suoi 33 gradi di perfezione è fedele interprete ed erede. Ma è anche il caso di ricordare che il 20 settembre ricorre l’anniversario della presa di Porta Pia, evento che conclude il lungo e travagliato percorso risorgimentale con la conquista di Roma capitale e che ha visto i massoni protagonisti con Mameli, Garibaldi, Mazzini, Settembrini, Saffi, Nigra, Zanardelli, i fratelli Bandiera e molti altri.
Cremona, d’altronde, ha una tradizione massonica di lunga data. Le fortune e le sfortune delle logge cremonesi variavano a seconda dell’andamento delle vicende sociali, politiche e militari delle varie epoche, così sappiamo che a Brescia chi si occupava di far giungere i libri dei teologi giansenisti era il libraio Lorenzo Manini di Cremona, maestro nella loggia della sua città prima che fosse chiusa nel 1786 per ordine dell’Imperial Regio Governo.
Questa loggia di Cremona, dal nome “San Paolo la Celeste”, esisteva dal 1776 ed era stata fondata da militari austriaci e quindi, al tempo della fondazione, legata alla Massoneria austriaca. Il suo primo maestro venerabile era stato il colonnello e conte Paul Bethlem, comandante il reggimento Belgioioso e affiliato alla loggia viennese “Alla Speranza Incoronata”, dipendente dal 1771 dalla Gran Loggia Nazionale di Berlino...
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