Nessuna lavoratrice di Caravaggio, destinato alla chiusura, sarà costretta a migrare a Corte Olona o Certosa, aggiungendo al lavoro su turni anche i disagi di un lungo viaggio. Martedì, in Assolombarda, l’azienda e il sindacato hanno raggiunto un accordo in base al quale queste persone potranno scegliere la destinazione, assai più vicina, di Casale Cremasco dove, alla fine, gli arrivi complessivi saliranno a 150. «Giudichiamo positivamente la disponibilità mostrata dall’azienda che ha deciso di venire incontro alle esigenze delle sue dipendenti» - commenta Mino Grossi, cordinatore nazionale di Lactalis Italia (che controlla Galbani, ndr) per la Uila Uil. Complessivamente, la riorganizzazione del Gruppo che detiene i marchi Invernizzi, Cademartori, Locatelli e Président, riguarda 204 lavoratori attualmente impiegati a Caravaggio e Introbio.
«Una riorganizzazione - spiega Grossi - decisa per la contrazione dei consumi di questi anni con una riduzione dei volumi, dal 2009 ad oggi, di 50 mila tonnellate di formaggio fino ad arrivare alle attuali 190 mila tonnellate. L’utilizzo massiccio delle vendite promozionali da parte della grande distribuzione ha eroso i margini. In più, l’avanzata, anche in Italia, del cosiddetto fenomeno del private label, cioè dei marchi commerciali di supermercati ed ipermercati (da noi soprattutto Esselunga e Coop), ha reso la competizione accesissima».
E così anche un colosso come Lactalis (15-16 miliardi di euro di fatturato nel mondo con una posizione di leadership assoluta nel lattiero caseario, ndr), si è trovato nelle condizioni di dover ridurre i costi strutturali, in questo caso rappresentati dallo stabilimento di Caravaggio. «La scelta è stata quella di...
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