I Giorni della Merla sono, secondo la tradizione più accreditata, gli ultimi tre giorni di gennaio. Ma c’è anche chi fa riferimento agli ultimi due giorni di gennaio e al primo di febbraio. Sempre secondo la tradizione, sarebbero le tre giornate più fredde dell’anno e vengono ricordate e celebrate in tanti paesi della nostra provincia, ricordando l’origine leggendaria di questa definizione che, sempre secondo la leggenda, presenta alcune varianti pur con un ceppo comune. Ad Annicco, Cornaleto, Crotta d’Adda, Formigara, Pizzighettone, Grumello, Acquanegra, Soresina, San Bassano, Sesto ed Uniti, Stagno Lombardo, Trigolo, Pianengo e Robecco d’Oglio, si usa riunirsi dinnanzi ad un grande falò o sul sagrato di una chiesa oppure in riva al fiume, a seconda della tradizione, per intonare canti assieme al coro, i cui componenti sono abbigliati con abiti contadini (le donne con gonna e scialle, gli uomini con tabarro e cappello) e degustare vino e cibi tradizionali. I testi delle canzoni differiscono da un paese all’altro, ma mantengono come denominatore comune i temi dell’inverno e dell’amore. Solitamente il coro gioca con la parte maschile e quella femminile, intonando simpatici battibecchi come nel canto rappresentato a Stagno.
La più antica citazione dei giorni della “Merla” è vecchia di sette secoli ed è dovuta a Dante Alighieri che ne accenna in un passo del Purgatorio. Le favole, perché tali sono da considerarsi quelle che per prime narreremo, affondano le proprie origini...

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Angelo Locatelli

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