Un corpo, una famiglia, quella dei Bersaglieri, che “vive” da 188 anni. Si è infatti celebrato, lo scorso 18 giugno, l’anniversario di fondazione della 1ª Compagnia Bersaglieri, costituita a Torino nel 1836 per opera dell’allora capitano del Reggimento Guardie, Alessandro Ferrero de La Marmora.
Il 30 giugno, un altro importante traguardo: il centenario di nascita dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, fondata durante un grande raduno, a Bologna, nel 1924.
Oltre un secolo di impegno e dedizione, di valori e disciplina, raccontati, anche attraverso la propria storia, da Stefano Piovani, classe 1973 e originario di Pralboino, presidente della sezione di Pralboino dell’Associazione Nazionale Bersaglieri e capo fanfara e direttore artistico, dall’ottobre 2020, della fanfara provinciale dei Bersaglieri “Magg. Pietro Triboldi” di Cremona.
Cosa significa per lei indossare questa divisa?
«Significa casa. Mio papà è bersagliere, anche mio nonno lo è stato. Io sono entrato subito in fanfara, prima da musicista e poi, un po’ alla volta, sono diventato direttore artistico. Inoltre, anche mio fratello suona nella “mia” fanfara».
Qual è stato il suo percorso per arrivare sino a qui?
«Mi sono laureato in basso tuba al Conservatorio di Parma, anche se i miei primi strumenti sono stati il pianoforte e l’organo, approcciati sotto la guida di mio padre, che è organista. Suono praticamente tutti gli strumenti a tastiera, poi il trombone, l’euphonium e, appunto, il basso tuba».
E oltre a tutto questo è direttore...
«Sì, dirigo la fanfara provinciale dei Bersaglieri di Cremona, ma anche la “Gardaland Orchestra”, e la KapuzinerBierBand di Pralboino...
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