Ne mancano all’appello 25 e il numero rischia di aumentare. Medici di famiglia cercasi, ma i bandi restano semi-deserti. Nel territorio di competenza di Asst Cremona (Casalasco compreso) la carenza di queste figure è pressoché equivalente al dato medio regionale: 17,9%. Milano è di poco superiore: 20%, con numeri assoluti di altre proporzioni, 1.907 medici attivi, 424 posti vacanti. Come si sopperisce a questa mancanza? Lucio Aramini, Dirigente responsabile facente funzioni della Struttura complessa Cure Primarie dell’Asst di Cremona, conferma che «la carenza medica, in tutti gli ambiti di cura tra i quali la Medicina Generale territoriale, rappresenta una criticità “strutturale”, diffusa in tutto il territorio nazionale». Un’emergenza che da tempo è oggetto delle azioni dal Dipartimento Cure Primarie, le cui funzioni sono transitate dall’Ats Val Padana alle Asst, come previsto dalla riforma regionale della sanità. Sono settimane intense, con adempimenti ordinari e straordinari non semplici. Nonostante la complessità, Aramini non esita a descrivere il quadro dei Medici di Famiglia – il termine corretto, secondo il recente Accordo nazionale, è “Medici di Assistenza Primaria a ciclo di scelta” – partendo dai dati. «Al momento attuale, abbiamo attivi 116 medici, di cui 9 incaricati provvisori, ai quali si ricorre in mancanza di medici aventi i requisiti per il conferimento della “titolarità”. Spesso, sono colleghi in attesa di eventuali altre occupazioni o di accedere al Corso di formazione specifica in Medicina Generale, e per questo con attività passibile di un elevato turn over». Alla provvisorietà si aggiunge la carenza. «Sono 25 – precisa Aramini – i cosiddetti “ambiti carenti”, cioè le zone scoperte dalla presenza del medico». È su questi numeri – e sulle criticità che portano – che si concentrano i maggiori sforzi. «L’origine di queste carenze – precisa Aramini – non è nella mancanza di bandi, ma di professionisti che – avendone titolo – partecipino agli stessi. Per l’accesso alla titolarità è necessario essere inseriti nelle graduatorie, o perché laureati prima del 1994, o perché, se laureati successivamente, si ha acquisito il Diploma di formazione specifica di durata triennale». È qui, in caso di assenza del titolare, che si può ricorrere (sempre che se ne trovino) ai cosiddetti “incaricati provvisori”. «Ogni anno – spiega Aramini – a marzo e a luglio, sulla base delle analisi dei singoli territori, sono banditi da Regione Lombardia “i posti vacanti”. Nel territorio di Asst Cremona, a inizio 2023, se ne contavano 32. Ai due appelli hanno risposto in pochissimi, col risultato di (...)».
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