Una vita sui libri e, dal 1º giugno 2018 al 5 settembre 2019, ministro dei beni e delle attività culturali nel governo Conte I. Alberto Bonisoli, mantovano di nascita, ha trascorso diversi anni a Cremona, dall’infanzia fino alle scuole superiori (ha frequentato il Liceo Aselli) dove ha condiviso esperienze formative e amicizie. Nella nostra città tornò nel luglio del 2018, un mese dopo aver assunto l’incarico ministeriale, dopo essere stato a Matera e a Verbania, due tappe del tour nella “Grande Bellezza” del nostro Paese. Un professore “prestato” alla politica al quale abbiamo chiesto di riflettere sul tema della cultura come motore dello sviluppo, sicuramente strategico per l’Italia che vanta un immenso patrimonio di cui non solo è custode, ma che rappresenta un asset straordinario da valorizzare per la crescita della società e della economia e per proiettare l’immagine del Paese nel mondo. Ecco che cosa ci ha risposto.
Professor Bonisoli, partiamo dalla sua esperienza da ministro. Che ricordi ha di questo incarico?
«Da un lato, la consapevolezza di aver ricoperto una carica molto importante grazie alla quale si possono fare, bene, tante cose, soprattutto a livello di politiche culturali, un po’ il tallone d’Achille di quello che è stato fatto nei ministeri dei Beni Culturali negli ultimi anni. Ci siamo occupati, forse un po’ troppo, di aspetti di breve termine. Pensiamo, per fare un esempio, alla relazione con i grandi player internazionali – come Amazon e Netflix - che ormai hanno un impatto sulla cultura molto forte. L’altro elemento è che il ministero è una macchina che ha un grande bisogno di ristrutturazione».
Cosa non funziona?
«Mancano persone e competenze. A volte ci si focalizza troppo sulle leggi e non dellaloro applicazione. Non ha un’idea di quante leggi sono ferme perché mancano, ad esempio, i decreti attuativi e i regolamenti. E quando vengono fatti, poi mancano le persone che li facciano rispettare. A volte c’è questa illusione di poter risolvere tutto con un atto puramente politico, senza rendersi conto che, invece, se manca la trasmissione alle ruote della potenza del motore, la macchina non si muove». (...)
LEGGI IL SERVIZIO COMPLETO SULL'EDIZIONE DI MONDO PADANO IN EDICOLA FINO A GIOVEDÌ 22 GIUGNO, OPPURE ABBONANDOTI SU WWW.MONDOPADANO.IT
© Riproduzione riservata
Notizie Correlate
-
Cremona 16/06/23Segue »
«Sì, l'aria è entrata»
Intervista a Marco Turati sull'ottava edizione del P.A.F.: «Sontuosa, record superati. A 60 anni voglio ancora cambiare il mondo» -
Cremona 16/06/23Segue »
Turismo in città: è "mordi e fuggi"
La ricerca sui flussi in questi primi mesi del 2023. Futuro: ci sarà un gestore unico? -
20/06/23Segue »
«Musei? "Dissacrarli" per renderli più vicini alla gente comune»
Intervista a Stefano Karadjov, direttore dei Musei di Brescia dal 2019 -
23/06/23Segue »
Turismo sempre più “sostenibile”
Intervista al prof. Massimo Scaglioni, direttore del CeRTA dell’Università Cattolica: Italia in vantaggio per la cultura, ma deve migliorare sulla dimensione ambientale
- Segue »
-
12/03/20 23:45Segue »
"Uniti per la provincia di Cremona": il territorio si mobilita per i nostri ospedali
Nasce l'associazione promossa dalle forze economiche del territorio, Fondazione Arvedi – Buschini, la Libera Associazione Agricoltori Coldiretti, Associazione Industriali, Confartigianato Cremona e Confartigianato Crema, Libera Artigiani di Crema, Confederazione Nazionale dell’Artigianato, Confcooperative, per raccogliere fondi in sostegno dei nostri operatori sanitari in trincea contro il coronavirus -
06/10/23 15:08Segue »
«Vaccinarsi con fiducia»
Intervista alla dottoressa Laiolo, responsabile dell’Unità Operativa
Vaccinazioni dell’Asst di Cremona -
17/05/24 12:54Segue »
Qualità dell’insegnamento al top
Alessandra Origani: da Padova a Cremona, quindi l'approdo alla Radio Svizzera Italiana. «I professori sono molto preparati e la comunità degli studenti affiatata» -
10/05/24 14:23Segue »
«Tra accademia e cultura»
Matteo Agnesi ha partecipato a “In conversation with globalization”. L’università di Bergamo con quella di Stoccarda per studiare a Mumbai -
17/05/24 12:58Segue »
La cura è un luogo aperto
Tre infermieri raccontano l’esperienza svolta presso il Servizio psichiatrico, in carcere e a casa di persone fragili. Due studenti condividono i primi approcci con il reparto: contesti diversi, a volte difficili, in cui muoversi in punta di piedi
Accedi e sfoglia la tua copia online di Mondo Padano.
Non sei ancora abbonato? Clicca qui per conoscere tutte le offerte in abbonamento.
Registrati subito e acquista la tua copia digitale dell'assetto settimanale.