il nuovo modello di sanità lombarda
Il rapporto tra strutture pubbliche e private e quello tra ospedale e territorio sono punti nevralgici della ridefinizione del modello sanitario lombardo. L’assessore regionale alla Salute Mario Mantovani che sarà a Cremona mercoledì, parlerà dei cambiamenti in atto all’ospedale maggiore nel corso di un incontro fissato per le 17, 30 in Aula Magna.
Cremona, nel suo piccolo, rispecchia le dinamiche sino ad ora favorite dalla politica sanitaria formigoniana. Un ospedale pubblico grande ma anche diverse strutture private accreditate. Mantovani ha promesso un cambio di passo. Come si tradurrà a Cremona? In quali dinamiche? Proseguirà la competizione tra pubblico e privato accreditato o si potrà immaginare una collaborazione tra le due realtà? I cremonesi se lo chiedono. Così come si chiedono come si concretizzeranno quei parametri di “efficacia, efficienza ed economicità” che sono capisaldi della spending review. Sul fronte del recupero delle risorse qualche accenno Mantovani l’ha fatto. Si parla di revisione dei ticket per fasce di reddito prestando però attenzione a chi vive momenti di difficoltà – è di ieri l’approvazione di una mozione per rendere effettiva l’esenzione dai ticket per tutti i disoccupati –, di riduzione ai minimi termini dei ricoveri impropri, di una rete sempre più efficace tra ospedali e tra ospedale e territorio (medici di base) con progetti pilota come le Case della Salute (partiti a Casalmaggiore e Soresina), della trasformazione in residenzialità leggera di posti letto accreditati nelle case di riposo (con un minor costo a per la Regione), di una sinergia sempre più forte tra assessorati alla Salute e alla Famiglia. Tutte azioni finalizzate a ridurre i costi ma contemporaneamente le prestazioni. E, con esse, i numeri e gli introiti delle strutture. Le scelte successive verranno di conseguenza: un reparto che non esegue abbastanza procedure, per esempio, non potrà certo fare la voce grossa quando si parlerà di un suo ridimensionamento o trasformazione. Così, anche se in più occasioni l’assessore ha dichiarato che non chiuderà ospedali, qualcuno in strutture piccole come l’Oglio Po a Casalmaggiore attende con ansia le linee guida del futuro modello sanitario.
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