l’Italia resta indietro»
Disabilità e diritto alla Salute. E’ questo il tema che affrontiamo questa settimana all’interno della rubrica mensile realizzata insieme ad Anffas Cremona Aps dal titolo “A proposito di diritti”. Ci occupiamo infatti dell’articolo 25 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che stabilisce che “Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate a garantire loro l’accesso a servizi sanitari che tengano conto delle specifiche differenze di genere, inclusi i servizi di riabilitazione”. Ne abbiamo parlato con Nicola Panocchia, dirigente medico nonché coordinatore del Comitato scientifico della “Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale”, promossa dalla Cooperativa “Spes contra spem”.
Dottor Panocchia, l’articolo 25 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità sancisce che “Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate a garantire loro l’accesso a servizi sanitari”. Questo diritto viene rispettato?
«Molto spesso no. Carenze strutturali, organizzative e culturali impediscono alle persone con disabilità di godere del diritto alla salute e costituiscono le barriere sanitarie.
In Gran Bretagna ogni anno avvengono 1200 morti “evitabili” di persone con disabilità, per problematiche di accesso alla cure. Problematiche evidenziate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con un’aspettativa di vita inferiore di 20 anni rispetto alla popolazione generale. Purtroppo in Italia non abbiamo dati sulla salute e sull’accesso alle cure delle persone con disabilità. Nel 2014 abbiamo svolto un’ “Indagine conoscitiva sui percorsi ospedalieri delle persone con Disabilità”. Su 814 strutture contattate hanno risposto 161 (19,8%). E questo dato è di per se significativo»....
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