e il suo progetto di vita»
A proposito di diritti
Da sempre Anffas, nei suoi 64 anni di vita, difende i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie; paradigmi culturali che hanno trovato piena conferma con la Convenzione ONU che ha avuto il suo debutto in Italia, diventando legge della Repubblica Italiana con Legge 18 del 3 marzo 2009.
I vari articoli della Convenzione declinano la promozione, la protezione e l’assicurazione del pieno ed eguale godimento, per le persone con disabilità, di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali, promuovendone così il rispetto per la loro inerente dignità.
I correlati principi generali richiamano il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, la libertà di compiere le proprie scelte, l’indipendenza.
La non discriminazione nella piena ed effettiva partecipazione e inclusione sociale, il rispetto per la differenza e l’accettazione della propria unicità, vanno nella direzione delle pari opportunità, dell’accessibilità, della parità di genere ed approda verso il pieno e dignitoso rispetto dei diritti.
Con l’Art. 19 si concretizza la certezza che le persone con disabilità possono quindi scegliere dove, come e con chi vivere.
L’Art. 22, che entra nel merito del rispetto della vita privata, certifica, qualora ne fosse necessario, il diritto delle persone con disabilità di essere protette dalla legge rispetto ad interferenze arbitrarie o illegali nella loro sfera privata, della loro famiglia, della loro casa, della loro privacy, del loro onore e reputazione.
E, ancora, l’Art. 23 conferma che “Gli Stati Parti adottano misure efficaci ed adeguate ad aliminare le le discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità in tutto ciò che attiene al matrimonio, alla famiglia, alla paternità e alle relazioni personali, su base di uguaglianza con gli altri”.
Con Emilio Rota, presidente di Anffas Lombardia, abbiamo parlato di questo, ma anche di altro, approfondendo per esempio il tema del “Dopo di noi”. Come Presidente della Fondazione Anffas Durante e Dopo di Noi, Rota, infatti, ha partecipato attivamente alla realizzazione della Legge 112/2016 seguendone poi i diversi momenti di implementazione nei diversi territori; una legge innovativa - dichiara - che scaturisce dai paradigmi culturali della Convenzione ONU, strumento non solo dispositivo ma anche orientativo, perché nato dall’esigenza di dare risposte nuove alle persone con disabilità ed alle loro famiglie, superando così logiche istituzionalizzanti e segreganti”. “Ho svolto e continuo a svolgere - commenta - formazione alle famiglie che necessitano essere stimolate per beneficiare di quel cambio paradigmatico che la Legge 112/2016 pone in essere riportando al centro la persona, la sua identità, il suo progetto”.
Presidente Rota, l’art. 22 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità parla del rispetto della vita privata. Sono ancora oggi soggetti ad interferenze arbitrarie nella loro vita privata le persone con disabilità?
«Putroppo sì, perché troppi ancora considerano la disabilità una limitazione ai diritti».
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