Negli ultimi tre giorni all’Ospedale di Cremona sono nate cinque bimbe, la sesta è in arrivo. I nomi scelti per loro raccontano storie di coraggio e speranza: come l’augurio dei loro genitori e dell’ASST, rivolto alle donne di tutto il mondo.
Nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Cremona - diretto da Aldo Riccardi - negli ultimi tre giorni sono nate cinque bimbe e una è in arrivo. L’8 marzo 2022 – la Giornata internazionale della donna - è dedicata a loro e alle donne di domani, che con speranza e fiducia si affacciano alla vita per guadagnare il proprio spazio nel mondo.
Queen stringe al seno la piccola Naomi. «È come un miracolo», dice sfiorandole una guancia. È nata il 6 marzo, il nome l’ha scelto il papà: è un personaggio della Bibbia, significa gentilezza, gioia e delizia «e racchiude in sé una bellissima storia». Il suo fratellino ha un anno in più, anche lui è nato a Cremona e il suo nome significa “buona fortuna”: «perché ha portato luce alla mia vita – spiega Queen. Con la mente torna alla vita in Nigeria e ripensa alle numerose gravidanze difficili, che per sette volte non sono giunte al termine. «Anche se attraversi tante situazioni difficili e dolorose, quando guardo i miei figli tutto è ok, la vita è completa», afferma la mamma, esprimendo un pensiero di gratitudine all’Italia per l’accoglienza ricevuta. Augura a tutte le donne del mondo di essere madri, forti e consapevoli che «senza una donna la casa non è completa».
Poche stanze più in là la famiglia Kaur sta preparando le borse per tornare a casa. Kuldeep culla la piccola Ashnoor, venuta al mondo tre giorni fa «Significa “luce di diamante”», spiega il papà, felice di avere una bambina. Sua moglie l’ha raggiunto in Italia da pochi mesi, ma condivide la fiducia verso la nuova vita e la certezza che «andrà tutto bene».
Sdraiata sul letto, Gerta accarezza il pancione. La sua bimba è ancora lì: «si chiamerà Aurora – anticipa la mamma – sarà una nuova vita, anche per me». L’attesa si fa sentire: mancano poche ore al parto e al momento in cui tutto cambierà. «Con lei vorrei costruire un rapporto sincero e forte come quello condiviso con mia madre, che ho perso due anni fa», aggiunge la giovane mamma. Le incertezze non mancano, ma guardare al futuro non la spaventa: «Essere donna a volte è difficile, ma le auguro di essere forte, di non lasciarsi abbattere, senza dimenticare che una donna vale sempre».
Marta ci accoglie sulla soglia della sua stanza, in piedi. Alle sue spalle il marito Paolo culla Rachele, la loro seconda figlia, nata solo due ore prima. La gioia di crescere due bambine si unisce alla speranza che sapranno aiutarsi ed essere una squadra «Vorremmo trasmettere loro serenità, e insegnare l’importanza del confronto», affermano i genitori. Pensando al futuro, si scambiano uno sguardo senza nascondere la preoccupazione per le notizie che affollano i quotidiani: «in passato la mia famiglia ha preso in affido due fratelli bielorussi – racconta Marta – siamo ancora in contatto, mi hanno chiamata proprio ieri per avere notizie sulla bambina». Ciò che resta è la speranza, «perché possano vivere un mondo diverso».
Il quattro marzo Simona e Paolo sono diventati genitori per la seconda volta: «Si chiama Agnese», racconta la mamma mentre allatta la piccola. «Stasera la portiamo a casa, a Pizzighettone: conoscerà Felicita, la sua sorellina, nata nel 2020. Quando sono rimasta incinta non sapevo ancora che sarebbe accaduto tutto questo. La pandemia, la guerra in Ucraina…Ma ci siamo ributtati nella vita». Consapevoli che il resto è ancora tutto da scrivere.
Nel letto a fianco c’è Aurelia, che stringe con dolcezza la manina della piccola Antonia. I nomi e l’accento suggeriscono l’origine della neomamma: «sono di Roma – conferma – e Martino, il mio compagno, è siciliano». La vita e il lavoro li ha portati a Cremona, dove staranno per qualche anno, giusto il tempo necessario ad Antonia per abituarsi al mondo. «Si chiama come mio padre – spiega la mamma – io e Martino abbiamo scelto il nome poco prima del parto: è stata una sorpresa per tutti, un po’ come lei». Tra poche ore la piccola potrà conoscere nonno Antonio: «per ora l’ha vista solo in videochiamata, ma l’emozione è stata grande!», racconta Aurelia. «Pensare di mettere al mondo una bambina nel 2022 non è semplice: speriamo che prenda tuta un’altra piega…Che sia felice».
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