Per la rubrica "Negozi storici"
Aberto Leggeri ci illustra come è cambiato il mondo della farmacia nel corso dei decenni che l’hanno visto protagonista (o come preferisce lui definirsi “spettatore attivo”) dietro il bancone del suo storico negozio: «L’attività è cambiata moltissimo: quando ho cominciato, la richiesta di medicinali da preparare era notevole. Un esempio: nel 1957 con l’asiatica quasi tutte le cure, a base di aspirina, erano preparate direttamente. Nel tempo sono arrivate molte specialità pronte delle case farmaceutiche, anche se noi continuiamo a dedicarci alle preparazioni galeniche».
Entrando più nel dettaglio dei cambiamenti della ricetta medica, strumento essenziale di lavoro, il dottor Leggeri ci sintetizza l’interessante excursus storico: «Per secoli si è fatto riferimento alle Constitutiones di Federico II, con le quali si distingueva in maniera netta l’attività del medico dall’esecuzione dello speziale e gli unici cambiamenti venivano dal progredire della conoscenza. In esse si stabiliva che il testo base degli speziali fosse L’antidotarium Nicolai, uno dei primi esempi di compendio di ricette, al quale medico e farmacista dovevano attenersi e da cui è derivata la Pharmacopeia. Nel corso dei secoli, con il progredire delle conoscenze mediche si sono succeduti vari testi di riferimento per la ricetta medica; rimasta sempre il documento di comunicazione tra Medico e Speziale era scritta perlopiù in latino e a volte si chiudeva con l’acronimo f.s.a. (fai secondo arte!). Un primo cambiamento “formale” si verificò negli anni ‘50/ ‘60 del secolo scorso, quando in Italia si costituirono alcuni Enti Mutualistici e la ricetta iniziò ad essere anche un documento economico. Un passo successivo fu introdotto dalla legge 833 del 1978 che promosse la nascita del Sistema Sanitario Nazionale...
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