Milano - In assenza di efficaci politiche industriali, la ripresa dell'industria metalmeccanica lombarda stenta a decollare. Lo evidenzia il 45° Rapporto sulle situazioni di crisi dell'Osservatorio della Fim Lombardia, relativo al 1° semestre 2018, presentato questa mattina nella sede regionale Cisl di via Vida a Milano. Sono ancora 8.448 i lavoratori lombardi coinvolti da cassa integrazione, soprattutto straordinaria, e mobilità, nel primo semestre 2018.
Il report dell’Osservatorio sulle crisi della Fim Cisl Lombardia conferma la contrazione delle imprese coinvolte da situazioni di crisi. Il dato, infatti, è pressoché stabile a 324 imprese, mentre si riduce dell’8,18% il numero dei lavoratori complessivamente coinvolti.
La cassa integrazione ordinaria nel 1° semestre 2018 cala del 6,5% (passando da 6.847 lavoratori del semestre precedente agli attuali 6.402) e quella straordinaria del 39,21% (che passa da 1.961 a 1.190), mentre si impennano del 59% le procedure di mobilità con un conseguente aumento del 118% dei licenziamenti (che salgono dai precedenti 393 agli attuali 856).
“Se consideriamo il calo degli interventi di cigs in riferimento alla ripresa decisa della mobilità, possiamo dedurre che alcune imprese abbiano finito il periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali conservativi e si trovano, quindi, nelle condizioni di dover procedere a riduzioni del personale”, osserva il segretario generale della Fim Cisl Lombardia, Andrea Donegà. “E’ evidente che sebbene si registri una conferma della riduzione del ricorso agli ammortizzatori, le aziende metalmeccaniche lombarde faticano ad agganciare la ripresa ed occorre quindi che a livello regionale e nazionale si ritorni a fare politica industriale - aggiunge -. Preoccupano, inoltre, le ripercussioni dello stallo della vertenza Ilva e dei dazi di Trump sul tessuto industriale lombardo”.
A livello territoriale, le province più coinvolte nel semestre sono Milano (39,49%), Brianza (19,63%), Varese (7,62%) e Bergamo (7,03%). Seguono Brescia e Cremona con il 6% circa e poi gli altri territori con sospensioni minori. Queste aree vedono la sussistenza di insediamenti industriali importanti, sia nei comparti tradizionali che in quelli innovativi del settore metalmeccanico, con una presenza cospicua sia di grandi imprese di livello nazionale e internazionale, mentre le imprese medie-piccole sono storicamente radicate in tutti i territori.
La Fim Cisl Lombardia evidenzia la necessità di attuare strategie di sviluppo e di dotazione di infrastrutture digitali, per rafforzare i settori tecnologici, garantire l'accesso al credito per gli investimenti industriali e incentivare la sostenibilità. Infine è necessario intensificare la formazione dei lavoratori per garantire la crescita professionale e di competenze necessarie a rendere più competitive e forti sul mercato le imprese.
CRESCITA E TUTELA DELL'OCCUPAZIONE, GLI INTERVENTI DECISIVI PER LA FIM LOMBARDIA:
- IMPEGNO CONCRETO DELLA REGIONE E DEL GOVERNO PER LE POLITICHE INDUSTRIALI
- PIANI INDUSTRIALI DI SVILUPPO E INVESTIMENTI DA PARTE DELLE IMPRESE
- PIANI SOCIALI PER L'OCCUPAZIONE, CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ E POLITICHE ATTIVE
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