Gas, lavoro, energia, poste, telecomunicazioni, televisioni, trasporti, assicurazioni: l’edizione 2017 dell’Indice delle liberalizzazioni dell’Istituto Bruno Leoni, presentato venerdì 9 marzo a Cremona in occasione di un evento promosso da Officina Liberale alla presenza del presidente dell’Istituto, Franco Debenedetti e dal giuslavorista Pietro Ichino, analizza lo stato di avanzamento (e in taluni casi di arretramento), del nostro Paese sul fronte dell’apertura dei mercati, della concorrenza e delle liberalizzazioni. Una radiografia dettagliata da cui l’Italia esce sostanzialmente bene, evidenziando dei progressi compiuto nel corso del 2016 rispetto agli anni precedenti: secondo il rapporto, infatti è di 71 punti (più di Francia e Germania) il voto raggiunto dalll’Italia nel 2016 sul fronte delle liberalizzazioni, contro i 66 del 2014, i 67 del 2015 e i 70 dello scorso anno. Come dire un 7+, contro il 6 e mezzo di tre anni fa. Naturalmente questi pogressi non riguardano indistintamente tutti i settori e anche all’interno del medesimo settore, ad esempio quello dei trasporti, si evidenziando delle differenze: l’avvento di Italo-Nuovo Trasporto Viaggiatori, ha sicuramente rappresentato un passo in avanti rompendo il monopolio delle Ferrovie dello Stato nell’alta velocità, mentre sostanzialmente ingessato resta il mercato del trasporto ferroviario locale. Anche per quel che riguarda il trasporto aereo, l’Italia ormai da molti anni ha aperto il mercato ad altri operatori, mentre resta attualmente ancora in mezzo al guado la problematica situazione della compagnia di bandiera. Il settore in cui l’Italia vanta la massima apertura del mercato è quello delle telecomunicazioni, con un punteggio di 91 su un massimo di 100, mentre il comparto che vanta la minore apertura è quello dei treni con un punteggio di 50...
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