Coldiretti Lombardia chiede stato calamità
Campi a secco per l’assedio del caldo, la Coldiretti Lombardia chiede lo stato di calamità per l’agricoltura. “Le temperature delle ultime due settimane – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti regionale – hanno fatto precipitare la situazione, in particolare nel Mantovano, in parte del Milanese, nel Cremonese, nel Bresciano e nel Comasco”. Le principali colture a rischio sono il mais che, coltivato su oltre 330 mila ettari, è la base dell’alimentazione degli animali nelle stalle lombarde, la frutta e gli ortaggi, compresi i trapianti di maggio e giugno del pomodoro. Mentre sono già stati persi 20 milioni di litri di latte di mancata produzione perché le mucche stanno facendo il 10 per cento di latte in meno e i suini non riescono a mangiare a causa dell’afa.
Dal 7 luglio a oggi le altezze idrometriche dei principali bacini lacustri della regione hanno registrato cali compresi tra i 14 e i 50 centimetri. Lo rivela un’analisi della Coldiretti Lombardia in concomitanza della nuova ondata di caldo che sta stringendo in una morsa l’Italia e che si prevede durerà per tutta la settimana. Il lago d'Iseo, in poco meno di quindici giorni, è diminuito di ben 50,9 centimetri passando da 53,5 a 2,6 centimetri, pari a quasi il 95 % in meno. In sofferenza anche il Maggiore che è passato da 119,7 a 85,2 centimetri (-34,5 centimetri), il lago di Como da 51,3 a 18 centimetri (-33,3 centimetri), mentre quello di Garda è sceso da 94 a 79,5 centimetri (-14,5 centimetri). Mentre il Po, nel primo pomeriggio di oggi al Ponte della Becca a Pavia, ha fatto registrare -3,33 metri sotto lo zero idrometrico.
Anche le temperature confermano la bolla di calore che sta avvolgendo la Lombardia con le massime che nell'ultima settimana non sono mai scese sotto i 32 gradi, arrivando a sfiorare negli ultimi giorni i 40 gradi, mentre le minime sono state sempre comprese tra i 20 e i 26 gradi. Nella prima decade di luglio – spiega la Coldiretti regionale – in Lombardia ci sono state temperature record con valori per le minime e le massime superiori di 3,5 gradi alla media del periodo. “Serve un intervento di regione Lombardia per far liberare acqua dagli invasi alpini e dai bacini dei laghi altrimenti rischiamo il collasso” spiega Prandini. Anche perché sul mais rispetto alla media del periodo si sta usando il 30% per cento di acqua in più e rispetto all’anno scorso si è già al doppio delle quantità. Sul pomodoro da industria gli agricoltori hanno intensificato le irrigazioni salendo da 5 ore dopo due giorni di pausa a 8 ore dopo appena 24 ore.
“Abbiamo esaurito anche il gasolio che avevamo previsto per far andare trattori e pompe” spiega Giampaolo Rancati, coltivatore di pomodori a San Daniele Po, in provincia di Cremona. Nel Milanese, la portata del canale Martesana è già stata ridota fra il 5 e il 10 per cento ed entro la prossima settimana, se la situazione non cambia, potrebbe essere chiuso alle irrigazioni per il crollo dei livelli del lago di Como. “La situazione è al limite – conclude Prandini – questa ondata di caldo intenso e prolungata sta facendo danni che si aggiungono a quelli delle 30 grandinate che hanno colpito la regione fra maggio e luglio”
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