Verso una completa riorganizzazione (allo studio del governo), da cui dovrà prendere vita la zootecnia del futuro. Un primo tassello (in attesa di quelli, altrettanto importanti, che seguiranno), è rappresentato dalla riforma delle Apa: quest’anno in Lombardia, la regione con il più importante patrimonio zootecnico in Italia, ne resteranno solo quattro: Milano, Brescia, Cremona e Mantova. Quella di Cremona (80 dipendenti, 162 mila capi controllati ogni giorno, l’11-12% di tutti i capi analizzati in Italia), è la più importante a livello nazionale. E proprio l’Apa di Cremona, che l’8 maggio avrà la consueta assemblea annuale per l’approvazione del bilancio, ha recentemente raggiunto un traguardo significativo: l’abolizione del cosiddetto passaporto per animali della specie bovina e bufalina. «Una conquista - spiega il presidente dell’Apa di Cremona - Riccardo Crotti - ottenuta dopo tre anni di battaglia da parte nostra. Ora, finalmente, ci siamo». Ma la riforma delle Apa, come si diceva, rappresenta solo una delle novità che investiranno il settore da qui alla fine dell’anno. Grandi sono le aspettative per i contenuti del decreto del governo (annunciato a febbraio per la fine di marzo) sulla riorganizzazione della filiera del latte, che dovrebbe rappresentare una risposta strutturale ai gravi problemi che anno afflitto il settore (non ultimo quello del prezzo del latte), in questi anni. Ma il comparto è anche in attesa di avere una risposta di medio e lungo periodo da parte rispetto al futuro di alcune strutture importanti come Anafi, Lgs, Aral e Istituto Spallanzani, tutti alle prese con la riduzione dei fondi da parte dello Stato che ne ha messo a rischio la prosecuzione dell’attività...
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