C’è attesa tra gli allevatori per un provvedimento legislativo sul latte coerente con le richieste di Coldiretti avanzate durante la nostra mobilitazione del 6 febbraio scorso e riprese, peraltro, da una risoluzione approvata all’unanimità dalla Commissione agricoltura della Camera.
E’ quanto sottolinea Coldiretti Cremona, nell’evidenziare che “la più importante delle richieste di Coldiretti riguarda i criteri di formulazione del prezzo del latte alla stalla, che deve essere ancorato ai costi di produzione. Oggi gli industriali stanno imponendo unilateralmente prezzi abbondantemente al di sotto dei costi sostenuti dalle imprese per produrre il latte, contravvenendo di fatto a una legge in vigore (art.62 del DM 199/2012) e provocando la peggior crisi degli ultimi anni della zootecnia da latte. Con il provvedimento atteso dal Governo la situazione potrebbe cambiare notevolmente”.
La seconda forte richiesta di Coldiretti è l’obbligo di indicare l’origine del latte UHT e dei formaggi che non godono della denominazione di origine protetta, come il Grana e il Parmigiano. Senza questa trasparenza gli industriali continuano ad importare latte e semilavorati che poi trasformano in mozzarella, in latte UHT e in altri formaggi anonimi che però vengono venduti come italiani quando invece non lo sono.
La battaglia è dura – evidenzia Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona – ma non ci fermiamo fintanto che queste ed altre regole non troveranno la indispensabile emanazione sotto forma di provvedimento legislativo e la giusta applicazione, con relative pesanti sanzioni in caso di inosservanza.
Intanto Coldiretti ha con forza rispedito al mittente la proposta di contratto inviata dalla multinazionale francese Italatte agli allevatori. Oltre a un prezzo che offende il lavoro delle nostre imprese, Italatte vuole imporre un meccanismo per la formulazione del prezzo del latte italiano sulla base del valore del latte tedesco! Ai consumatori diciamo che il nostro latte è oggettivamente diverso per caratteristiche qualitative e organolettiche, ma soprattutto è il più sicuro al mondo – rimarca Coldiretti Cremona –. Ai medesimi consumatori ricordiamo che queste multinazionali vogliono pagare il latte agli agricoltori come viene pagato in Germania, ma vendono ai consumatori italiani il latte e le mozzarelle (per fare due esempi) a un prezzo che è il doppio di quello che pagano i consumatori tedeschi. Questo – denuncia Coldiretti Cremona – è quanto fanno sulle spalle degli allevatori e dei consumatori italiani le multinazionali francesi che si sono accaparrate le più note marche italiane del settore lattiero caseario (da Parmalat a Galbani ecc.).
Della battaglia sul prezzo del latte e della risoluzione approvata dalla Commissione agricoltura a sostegno del comparto – ma anche delle problematiche e prospettive legate alla fine del regime quote – si è ampiamento dialogato nel convegno “Parliamo di latte”, promosso da Coldiretti Cremona nell’ambito di FierAgrumello. La sala conferenze era gremita di allevatori, per l’incontro con Ettore Prandini, Vicepresidente nazionale e Presidente di Coldiretti Lombardia, Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona, Giorgio Apostoli, Responsabile nazionale Zootecnia e Tino Arosio, Direttore Coldiretti Cremona. L’appuntamento è stato occasione per fare il punto sull’azione che Coldiretti Cremona sta portando avanti sul territorio, nel segno del rinnovamento e della difesa vera degli interessi delle imprese agricole.
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