L'intervista - Gianni Ferretti, prorettore del Politecnico di Milano, segnala il disagio degli studenti: «I ragazzi di oggi: fragilità, ma anche qualità importanti. Dobbiamo farle emergere»
Qualche settimana fa il professor Gianni Ferretti, prorettore del Politecnico di Milano, polo territoriale di Cremona, aveva condiviso un articolo pubblicato da un quotidiano nazionale su temi legati al Covid ed alla generazione dei giovani che sempre di più si trovano in condizioni di disagio nell’affrontare lo studio, ma anche la vita di tutti i giorni ed i problemi che si pongono quotidianamente. A questo post, il professor Ferretti aveva affiancato una propria riflessione: «Non ci sono dati oggettivi, ma la mia impressione è che il disagio sia davvero molto diffuso - ha scritto - Ragazzi parlate, chiedete aiuto! Non siamo qui solo per dare voti».
Professor Ferretti, che cosa emerge tra i giovani che oggi, chiusi gli studi superiori, si affacciano al mondo dell’università?
«L’Università Cattolica ha recentemente presentato nella sede di Santa Monica uno studio che riguarda le scuole superiore. Ripeto, la mia sensazione è che vi sia un disagio diffuso. Emerge un incremento percentuali delle richieste di counseling psicologico a causa della pandemia. Capita subentrino dinamiche di ansia, disaffezione, apatia, mancanza di autostima. E queste problematiche sono strettamente legate alla situazione che questi giovani hanno vissuto per mesi durante questi due anni di Covid».
«L’Università Cattolica ha recentemente presentato nella sede di Santa Monica uno studio che riguarda le scuole superiore. Ripeto, la mia sensazione è che vi sia un disagio diffuso. Emerge un incremento percentuali delle richieste di counseling psicologico a causa della pandemia. Capita subentrino dinamiche di ansia, disaffezione, apatia, mancanza di autostima. E queste problematiche sono strettamente legate alla situazione che questi giovani hanno vissuto per mesi durante questi due anni di Covid».
Dalla sua esperienza personale, con ragazzi in età universitaria, quali sono le problematiche maggiori?
«Di questa situazione ne hanno risentito soprattutto le matricole, che hanno affrontano l’anno della maturità in piena pandemia. Affrontare il primo anno di università, che è già uno scoglio molto difficile in condizioni di normalità. In questa modalità, separati dagli altri, attaccati ad un video per otto ore, senza la possibilità di confidarsi con un amico o rincuorandosi a vicenda, credo, per molti, sia stato pesante»...
«Di questa situazione ne hanno risentito soprattutto le matricole, che hanno affrontano l’anno della maturità in piena pandemia. Affrontare il primo anno di università, che è già uno scoglio molto difficile in condizioni di normalità. In questa modalità, separati dagli altri, attaccati ad un video per otto ore, senza la possibilità di confidarsi con un amico o rincuorandosi a vicenda, credo, per molti, sia stato pesante»...
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