l'attimo fuggente nella fotografia
Come si coglie l'attimo fuggente in fotografia? Quali sono le variabili da tenere in considerazione? Abbiamo chiesto aiuto a Manuel Scrima, un fotografo e artista nato a Cremona nel 1977. È noto in particolare per le sue immagini scattate in Africa, che sono state esposte in gallerie e musei in Europa (Italia, Francia, Finlandia, Irlanda, Inghilterra), negli stati Uniti (Art Basel) e in Africa (Museo d'Arte Moderna di Nairobi). Da quattro anni si è trasferito a Milano dove si occupa in particolare di fotografia per la pubblicità. Ha partecipato all'ultimo Festival Fotografico Italiano con la mostra "AfreakA" che riguarda la nuova colonizzazione della Cina in Africa e ha in programma prossimamente nuove mostre in Europa, Cina e Brasile.
Manuel, come catturare l’attimo fuggente con la macchina fotografica?
«Occorre sempre guardarsi intorno, così faceva Andy Wharol... la fotografia attesta l’esistenza di qualcosa, rappresenta qualcosa che certamente è esistito, ma se è banale di solito non è interessante. Mi interessa ritrarre qualcosa che non è facile da immaginare o che non avevo mai visto. Sono alla continua ricerca del nuovo e interagisco con la realtà e con i soggetti fotografati fino ad ottenere “l’attimo fuggente” che mi interessa. Sontag dice che il fotografo è un cacciatore e la realtà diventa un premio esotico che il cacciatore-con-camera deve catturare attraverso la fotografia».
C’è un momento della giornata in cui sei maggiormente ispirato?
«La notte sono più ispirato a creare, mentre la mattina preferisco dormire! Buone idee mi vengono quando faccio sport, per questo lo pratico tutti i giorni».
Le tre caratteristiche indispensabili per una bella fotografia?
«Ciò che mi interessa di una fotografia non è tanto il momento dello scatto, ma tutto il resto. Per avere una buona fotografia bisogna lavorare molto prima, essere preparati allo scatto e poi, una volta scattato, sviluppare bene l’immagine. Una bella fotografia deve avere qualcosa di nuovo, inimmaginabile, difficile da replicare».
Cosa pensi del ‘vizio dell’autoscatto’ che si sta sempre più diffondendo, specie tra i giovani?
«E’ interessante notare come la tecnologia si sia evoluta, tanto da consentire di fare un autoscatto guardando sullo schermo ciò che si fotografa. Per ora non mi sono mai dedicato ad autoscatti, mi piace avere il controllo totale quando fotografo».
Se dovessi scegliere tra le tante, qual è la tua foto prediletta?
«Il viso della bambina turkana, che è stata la fotografia simbolo della mia mostra “Africa Awakes” e di recente è stata scelta da Medicins Sans Frontieres come immagine promozionale».
Ed ecco le opinioni e gli scatti del cuore di sei ragazzi del Cremonese
Gloria Emanuela Spoldi, 20 anni, Crema: «Lo scatto indimenticabile della mia estate è stato sulla passerella del concorso Miss Fanunka. Indossare sul palco la fascia del quinto posto resta per me una delle emozioni più intense della mia esperienza sulle passerelle».
Silvia Valeria Casali, 45 anni, Cremona: «La foto che mi è rimasta nel cuore è stata scattata sul Ferry Boat e risale al mio viaggio a New York nel settembre 2001, quando ho realizzato il mio sogno di bambina. Nessuno immaginava che qualche giorno dopo sarebbe accaduto l’attentato alle Torri».
Paolo Mangoni, 31 anni, Gussola: «La foto con un cane che legge il giornale mi ha permesso di arrivare tra i primi dieci in due concorsi, uno realizzato dal museo del cane d’italia Foof, e l’altro organizzato dalla fondazione Zoe di Vicenza, a carattere internazionale e con patrocinio Fiaf e Fiap».
Simone di Todaro, 29 anni, Cremona: «La mia foto preferita è stata scattata sull’Acropoli in Grecia nell’estate 2011, dove mi trovavo per un Master in Museografia. E’ un passaggio ferroviario utilizzato per la ristrutturazione del Partenone. Ora si sta lavorando per ricomporlo».
Marcello Valdameri, 28 anni, Crema: «La foto che prediligo è stata scattata la scorsa estate nella Valle di Tinguà, Brasile, dove si trova una delle due case della Ong “Casa do Menor”. In questa si occupano di ragazzi con problemi mentali e di tossicodipendenza, posti in cui l’uomo viene messo a nudo».
Matteo Ventura, 30 anni, Crema: «Ogni secondo sabato di luglio ci troviamo in casa e festeggiamo: amici, musica, bere e mangiare. Quest’anno abbiamo scelto un classico: l’hawaiian party. Infradito, occhiali da sole e attitude da spiaggia. Un po’ di sole in un 2013 nuvoloso!».
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