di don Primo Mazzolari»
Don Bruno Bignami, presidente della Fondazione don Primo Mazzolari dal 2010, sarà tra i relatori del convegno all’Unesco di giovedì 29 novembre.
Facciamo un passo indietro.
Don Bignami, come è avvenuto il suo avvicinamento alla figura di don Primo?
«Don Mazzolari è prete della diocesi di Cremona e quindi l’accostamento alla sua figura risale agli anni della mia formazione in seminario. Solo però una quindicina d’anni fa ho approfondito davvero il suo messaggio in occasione della mia tesi di dottorato in teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana. Il lavoro di ricerca sul “travaglio della coscienza” di don Primo mi ha avvicinato molto alla sua spiritualità».
Don Mazzolari fu un precursore del modello di rapporto Chiesa-mondo espresso dal Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale
«Gaudium et spes» e agì a favore di un pensiero sociale, vicino ai poveri e ai valori della pace: quanto può essere attuale il suo pensiero oggi?
«Si tratta di un pensiero attuale innanzi tutto perché radicato nel vangelo di Gesù. Ci sono tanti temi cari alla proposta cristiana di don Mazzolari e quelli indicati sono tra i più importanti. Il rapporto tra la Chiesa e il mondo oggi lo riteniamo qualcosa di pacifico, ma sono passati sessant’anni dal Concilio. Se andiamo all’epoca di don Primo la tentazione di separare Chiesa e mondo, come due entità parallele, era molto forte. Don Primo si è reso conto che l’azione di Dio è più grande di quella della Chiesa.
Quanto poi al suo messaggio sociale, pacifista e attento ai poveri, è stato una conseguenza della sua spiritualità evangelica. “Tu non uccidere” è un comandamento che interpella la storia di ognuno e la prossimità ai poveri non può che avvenire nel coraggio della condivisione...
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