Del tennis le piace che «tutto dipenda da te», dal fatto che «ogni scelta è a carico tuo», non c’è allenatore, non c’è compagno che suggerisca niente. Durante la gara, sei tu sola contro l’avversaria. Allo stesso tempo, nel tennis, Arianna Mariani ha trovato qualcosa che è il contrario di questa solitudine-in-campo: CremonArena è una «seconda casa» per lei, non solo il luogo dove si allena. Lì è nata e si mantiene viva l’amicizia con «quelli con cui ho iniziato a giocare fin dall’inizio» e c’è l’allenatore che ha seguito ovunque, Enrico Pighi, che è «quasi un genitore acquisito».
A 28 anni, Arianna Mariani sa che pallina e racchetta le hanno regalato molto più delle emozioni sportive che continua a vivere. Nel tempo, ha capito che non esiste campione, non esiste atleta, non esiste donna o uomo che non attingano forza da qualcosa che sia fuori da sé. Il suo fuori-da-sé, Arianna lo vive in piazza Atleti Azzurri d’Italia, nella struttura tirata su dal nulla da Laura Golarsa e proprio da quell’Enrico Pighi. «C’è una bell’aria lì, si vive bene», dice Arianna.
Atleta per il Tennis Club Zanica, provincia di Bergamo, Mariani gioca in serie C e quest’anno, con la squadra, ha sfiorato il salto nella categoria superiore. «Come classifica - racconta - la mia è 2.7. Incontro gente, nei tornei, che si allena quattro volte a settimana, io mi alleno dopo 8 ore di lavoro, ci sono periodi in cui mi sento meglio, altri in cui la stanchezza pesa di più». Il suo obiettivo, per il presente e il futuro, è quello di continuare a divertirsi, «perché giocare a tennis mi fa star bene e voglio migliorare, di me, ciò che posso migliorare, sapendo che non farò la tennista di professione». Subito dopo la laurea triennale e l’esame di Stato, Arianna ha trovato impiego come tecnico della riabilitazione psichiatrica. Oggi lavora all’Istituto Cremonesini, a Pontevico. «Abbiamo in carico pazienti donne con problemi di salute mentale. La cosa più affascinante è vedere come loro vivano aspetti di realtà diversa dalla mia, ma si riesca sempre ad entrare in relazione con loro». Una volta a settimana, una delle attività proposte alle utenti è il padel. «Le porto da Enrico a CremonArena», racconta Arianna. Autocontrollo e tolleranza alla frustrazione che vive nel tennis, Arianna le ha imparate proprio dal suo (...)
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