Enrico Pighi, titolare di CremonArena, oltre ad esser stato un tennista di discreto livello e ad esser da anni maestro, è un vulcano di idee: fu uno dei due soci che negli Anni Ottanta riaprì l’Arena Giardino in via Oberdan; a fine Anni Novanta ha rilevato un teatro dismesso a Cortemaggiore e ne ha fatto il Fillmore, locale da cui sono passati tutti i migliori artisti che adesso riempiono gli stadi; otto anni fa ha deciso di riqualificare l’area comunale dismessa degli ex-campi da tennis in piazza Atleti Azzurri d’Italia, a Cremona. Qualcuno glielo aveva sconsigliato, ma oggi quella superficie è sbocciata.
Come ha fatto?
«Devo dire che CremonArena è quello che è grazie anche a Laura Golarsa, bravissima tennista degli Anni Novanta ed ora partner di questo progetto, nonché mia socia. Sì, la struttura è divenuta bellissima ed ospita tre campi da tennis in terra rossa – due con copertura permanente ed uno che viene coperto d’inverno -, tre campi da padel coperti da tre strutture fisse apribili lateralmente e tre campi da beach volley con copertura pressostatica invernale, oltre agli spogliatoi ed alla club house».
Insomma, si può dire che abbia vinto questa scommessa…
«Fa parte un po’ del mio Dna prendere un posto chiuso e cercare di riaprirlo. Adesso CremonArena si può dire che sia entrata nel panorama sportivo cremonese e che rappresenti un punto di riferimento soprattutto per coloro che non sono soci delle Canottieri. Siamo aperti a tutti gli appassionati e questo permette di giocare anche a chi sia solo di passaggio da Cremona. Inoltre, abbiamo previsto convenzioni speciali per gli universitari, che vengono spesso e volentieri qui».
Non sarà stato facile…
«No, è stata una bella sfida, ha creato (...)».
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