le eccellenze de “La Scuola Genovese”
Sabato 10 maggio al Museo del Violino di Cremona è in programma la mostra “La Scuola Genovese”, quinto appuntamento della rassegna "Liutai italiani del Novecento nelle collezioni del Museo del Violino", dedicata agli “eredi” di Stradivari. La rassegna, con l’esposizione oltre 20 strumenti, sarà inaugurata sabato 10 maggio, alle 10.45, da una conferenza con Alberto Giordano, studioso e costruttore egli stesso, e potrà essere visitata fino al 13 giugno.
Le origini della liuteria genovese affondano nella prima metà del Seicento; i costruttori documentati nel “Rollo dei musici” provenivano principalmente da oltreconfine, soprattutto dal Tirolo: tra questi possiamo ricordare, Sebastian Angerer, Martin Heel, Hans Purkholzer e Andrea Statler.
Il Settecento fu un periodo di grande sviluppo nella produzione di strumenti musicali: ma con l’inizio dell’Ottocento e soprattutto con la fine delle guerre napoleoniche e l’annessione della città di Genova al Regno di Sardegna, si registrò una forte recessione.
Solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’arrivo di Giuseppe Rocca e successivamente con il ritorno a Genova di Nicolò Bianchi, assistiamo al moltiplicarsi delle botteghe nel centro storico cittadino e al consolidarsi di uno stile che, con Eugenio Praga ed Enrico Rocca, va a definire i caratteri della liuteria genovese moderna. Fu questo l’ambiente che trovò Cesare Candi al suo arrivo da Bologna alla fine degli anni ottanta dell’Ottocento: dapprima impiegato in una piccola fabbrica di strumenti a plettro insieme al fratello Oreste, Cesare Candi diverrà il caposcuola genovese novecentesco.
Candi, insieme ad altri liutai della sua generazione, segna con il suo lavoro lo stacco stilistico che si definisce alla fine dell’Ottocento nella liuteria italiana: il violino, a seguito di un nuovo gusto fondato sulla perfezione dell’oggetto di uso comune, viene ormai concepito come scultura priva di difetti, confezionata in modo impeccabile: la tastiera viene staccata per meglio verniciare la tavola, la finitura della vernice inizia ad essere levigata come mai fu in passato. Questo sentimento di rinnovamento è figlio in qualche modo della rivoluzione industriale e delle grandi esposizioni dell’artigianato che uniformarono il gusto europeo nella seconda metà dell’Ottocento, conseguenza stessa di quelle esposizioni nelle quali venivano presentate sculture, oggetti d’arredo, tappezzerie, mobili che oggi definiamo con il termine di ‘Art Nouveau’. In questo senso Cesare Candi è un artista di questo movimento, perché più di ogni altro liutaio suo contemporaneo volle unire al rispetto per la tradizione liutaria italiana quello spirito di rinnovamento entro il quale egli vedeva una nuova modernità; dotato di tecnica unica e di capacità scultoreo-disegnative eccellenti, coltivò una naturale passione per la decorazione, l’intarsio e l’intaglio che lo portarono ad esiti non comuni nella liuteria. Dalla sua bottega uscirono Paolo De Barbieri e Giuseppe Lecchi, ma il suo stile e i suoi insegnamenti sono determinanti anche per altri liutai genovesi, non direttamente suoi allievi, quali Andrea Cortese, Pietro Gallinotti, Lorenzo Bellafontana.
Grande lavoratore, Giuseppe Lecchi fu liutaio dalla tecnica esecutiva eccellente e dal gusto delicato, segnato da una predilezione per i modelli Stradivari, i più utilizzati in tutta la sua produzione. In mostra anche un suo violino in scala ridotta, dove è possibile apprezzare le manualità straordinaria e un non comune senso estetico.
La visita alla mostra e la partecipazione alla conferenza sono inclusi nel biglietto di ingresso al Museo.
INFORMAZIONI
Liutai Italiani del Novecento nelle collezioni del Museo del Violino: la liuteria bolognese
“La Scuola Genovese”
10 maggio – 13 giugno
Inaugurazione: sabato 10 maggio - ore 10.40 incontro con Alberto Giordano
L'ingresso alla mostra è incluso nel biglietto del Museo e nella giornata di sabato 10 maggio i visitatori potranno partecipare alla conferenza e all’audizione.
Informazioni e prevendita biglietti
Museo del Violino (tel. 0372.080.809)
biglietteriamdv@teatroponchielli.it <mailto:biglietteriamdv@teatroponchielli.it>
Ingresso Museo: intero 10 euro – ridotto e gruppi 7 euro – bambini gratis fino a 6 anni
© Riproduzione riservata
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