si rivelò un clamoroso “flop”
Nelle scorse settimane abbiamo raccontato del mancato film su Giuseppe Guarneri del Gesù, che il regista romano Enzo Borromeo avrebbe dovuto girare a Cremona nella primavera del 1951. A bloccare sul nascere le riprese furono, con ogni probabilità, difficoltà di ordine economico. D’altronde era ancora vivo nei cremonesi il ricordo del precedente flop del film “Redenzione”, tanto più clamoroso in quanto aveva visto coinvolto lo stesso autore del soggetto, Roberto Farinacci. Un film realizzato fuori tempo massimo, nella primavera del 1942, quando ormai risultava del tutto anacronistico il tentativo del fascismo, in crisi di identità, di rivolgere lo sguardo indietro alla ricerca della purezza nello squadrismo delle origini. Aldilà dei giudizi scarsamente lusinghieri espressi dalla critica, a gettare nuova luce su quel tentativo maldestro di riproporre in versione cinematografica un dramma teatrale scritto 15 anni prima, è una illuminante serie di articoli scritti, qualche mese dopo la fine della guerra, su un settimanale cremonese, pubblicato per poco più di un anno, sfuggito inspiegabilmente all’attenzione degli storici. Il periodico è “Oggi”, settimanale della Federazione cremonese del partito democratico del lavoro: due soli fogli diretti da Mario Mori, protagonista il 25 aprile dell’attacco alla polveriera di Ossalengo col Fronte della Gioventù, stampati dal 30 dicembre 1945 ad aprile 1946, che svelano tutti i retroscena della produzione mai raccontati prima. Ad iniziare dall’ispiratore del progetto, Lino Milanesi, l’aguzzino di Villa Merli capo dell’Ufficio Politico Investigativo, fucilato a Bergamo il 30 aprile 1945, ma dato per vivo ancora nel 1947, guarda caso proprio da Marcello Albani, regista di “Redenzione” che lo avrebbe incontrato a Roma i primi di novembre. Ma andiamo con ordine.
Siamo nel 1941. Ad una festa organizzata a Roma dalla casa di produzione Scalera Film si presenta il gestore cremonese di una sala cinematografica. Durante un banchetto a cui partecipa sente improvvisamente una signora seduta vicino a lui che si esprime in dialetto cremonese, incuriosito le chiede chi sia. E la signora conferma ovviamente le sue origini all’ombra del Torrazzo...
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