Gigi Simoni è il nuovo presidente della Cremonese. L’ex allenatore e direttore tecnico grigiorosso si è presentato nel suo nuovo ruolo ed ha indicato le linee del programma apprezzato dal cavalier Arvedi che lo ha incaricato della gestione completa della prima squadra.
«Io una proposta ce l’avrei». Così Gigi Simoni ha rilanciato il giorno in cui il patron Giovanni Arvedi gli ha comunicato la volontà di lasciare la Cremonese: «Mi ha parlato - racconta Simoni - e mi ha detto che stava cercando soluzioni per passare la mano». Due giorni dopo Gigi Simoni veniva nominato presidente del club di cui è stato allenatore del secolo e direttore tecnico.
C’è una sana voglia di rivincita, in questa nuova avventura del mister, e c’è l’orgoglio di un uomo appassionato del suo lavoro. A colpire, sin dalle prime battute, però, è l’entusiasmo. Dopo 60 anni di carriera.
L’appuntamento è a metà pomeriggio, il presidente della Cremonese ha già iniziato i primi colloqui. La sala stampa del centro Arvedi è occupata dai tecnici del settore giovanile, si cerca un altro posto. La mensa del settore giovanile, dove i ragazzi del vivaio scartano i panini tra scuola e allenamento è perfetto. Simoni si mette comodo. Ha voglia di raccontare. Una storia così, non ce l’hanno in tanti: «Presidente... Questa sarà la mia ultima carica. Non ce ne sono altre».
Sorpreso?
«Ho sposato la causa “calcio” a 15 anni, quando da un paese del bolognese sono partito per andare a giocare nella Fiorentina. Da lì in poi ho preso tutto quello che è successo come un fatto naturale. Doveva succedere. Da giocatore sono arrivato alla Nazionale, quando avvicinarsi a gente come Riva o Rivera era tutt’altro che facile, ho giocato o allenato in tutte le coppe europee, ho giocato il derby a Torino, Milano, Genova e Roma, ho allenato in una piazza come Napoli... Avrei dovuto meravigliarmi continuamente di qualcosa. Troppe volte. Però un po’ orgoglioso, quello sì, lo sono».
Undici campionati di Serie B, una Coppa Uefa, una Coppa Italia, Wembley...
«... Vent’anni in campo, 35 in panchina e 3 campionati da direttore tecnico. Sono riuscito a vincere qualcosa in tutti i ruoli che ho ricoperto. Adesso spero di riuscirci anche da presidente. In fondo è sempre calcio, no?»
A proposito, qual è la sua idea per la Cremo?
«Al cavalier Arvedi ho fatto un discorso, come credo glielo abbiano fatto Vavassori o altri che potevano essere interessati a farsi carico della Cremo. Io ho parlato di giovani, dei nostri giovani. Di un allenatore che potesse farli crescere. Alla fine il patron ha apprezzato nel mio programma e sono felice di questa fiducia nei miei confronti. Credo che sia anche un premio al rapporto di correttezza che c’è stato in questo anno e mezzo».
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