Con una disoccupazione giovanile superiore al 40% è il lavoro, secondo Mario Caldonazzo, presidente degli Industriali di Cremona, la priorità sulla quale investire. Come? Diminuendo la tassazione, facilitando l’ingresso dei giovani nelle aziende, impostando una vera politica industriale e guardando agli esempi migliori fuori dai confini nazionali. Per quel che riguarda Cremona le grandi sfide da vincere si chiamano Expo e Tencara, una vasta area potenzialmente strategica per il futuro del territorio. All’assemblea degli industriali che si terrà al Teatro Ponchielli l’11 ottobre, Caldonazzo inviterà Regione e Governo a compiere un cambio di passo.
Presidente, Sindacato e Confindustria chiedono al governo di ridurre le tasse sul lavoro. Qual è, a giudizio degli industriali di Cremona, la priorità sulla quale ci si dovrebbe concentrare nei prossimi mesi?
Non sappiamo più in che lingua dirlo che l’unico provvedimento vero che potrebbe provocare l’inizio di una ripresa, anche se lenta, è quello della diminuzione del costo del lavoro e dell’attenuazione del cuneo fiscale.
Una consistente riduzione del costo del lavoro non è più rinviabile per poter essere competitivi nei confronti della Germania, della Francia e dell’Inghilterra che attraverso interventi appropriati in questi anni ci hanno surclassato.
Il governo ha agito nella giusta direzione o vi aspettavate qualcosa di meglio o di diverso?
Nella situazione di guerriglia politica a cui assistiamo da mesi penso che tutto sommato il Governo Letta sia riuscito a prendere provvedimenti anche di un certo interesse per il sistema delle imprese.
Sappiamo tutti che non sono sufficienti per innescare la ripresa e soprattutto per fermare l’emorragia occupazionale, ma abbiamo ben chiaro che se non vi è un accordo vero, politico, che possa durare almeno buona parte della legislatura, il Governo non riuscirà mai ad essere incisivo e noi non sapremo cogliere i timidissimi segnali di miglioramento che si stanno palesando in queste settimane.
Perché, seppur in modo diverso, Germania e Francia hanno saputo difendere meglio gli interessi strategici nazionali, a cominciare dalle imprese e dal lavoro, mentre l’Italia sembra essersi rassegnata a diventare sempre di più terra di conquista?
Prima di tutto perché questi Paesi da sempre hanno un sistema istituzionale ed un sistema elettorale che permette loro di insediare governi stabili capaci di rassicurare i mercati finanziari.
Va detto inoltre che Germania e Francia hanno un debito pubblico consolidato enormemente inferiore al nostro, un sistema burocratico meno invasivo e più efficiente, un senso dello stato anche da parte dei cittadini più evoluto del nostro.
Per quanto riguarda la Germania va ricordato che i successi di questi ultimi anni sono il risultato di sacrifici, anche in termini di minor reddito disponibile, che i governi che si sono succeduti negli ultimi quindici anni hanno chiesto ai cittadini adottando riforme strutturali, soprattutto nel campo del lavoro.
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