In cerca di lavoro: sono 5.333 i giovani cremonesi iscritti nelle liste di collocamento provinciali. Hanno un’età compresa tra i 18 e i 34 anni e sono concentrati soprattutto nei due principali centri del territorio, Cremona (1.892) e Crema (1.885). Sono più ragazze che ragazzi, molti hanno un diploma, tanti una laurea che non riescono a far fruttare. La rilevazione del Centro per l’impiego (Cpi) è stata effettuata al 13 settembre 2013 e comprende sia chi ha appena terminato il proprio ciclo di studi sia i nominativi di chi invece entra ed esce dal mercato attraverso formule contrattuali a tempo determinato. Rappresentano il 14,34% degli oltre 37 mila utenti, una proporzione che aumenta drasticamente se si considera che gli effettivamente interessati al servizio (cioè, trovare un lavoro) sono 13.988: il resto ha semplicemente la necessità di certificare lo stato di disoccupazione per ottenere agevolazioni di tipo sanitario, assegnazioni di abitazioni popolari, esenzioni. Così, si arriva facilmente al 38% di candidati under 34 alla ricerca di stabilità.
E nonostante la loro drammaticità, i dati sono parziali, registrati da un solo punto di vista. Il problema ha dimensioni ben più ampi così come emerge dai calcoli Istat. L’ultima analisi a livello locale risale ad aprile e si riferisce al 2012: il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 18 e i 29 anni è del 17,8%, più alta di un punto rispetto a quella registrata in Lombardia. Schizzata a livelli critici rispetto al 2011 quando si era attestata al 13,2%. Se si restringe il range, il Cremonese nel giro di un anno è passato da un tasso di disoccupazione tra i giovanissimi (15-24 anni) dal 19,9% al 27,1%. Un balzo enorme che segue l’andamento nazionale: di questa settimana il superamento della soglia del 40%.
Il rovescio della medaglia: i coetanei che riescono a trovare impiego rappresentano il 50,2%, mentre a livello regionale si arriva al 51,2%. «In questo contesto i Cpi rappresentano ancora uno strumento valido – commenta l’assessore provinciale al lavoro, Paola Orini –. Molto diversi dal vecchio ufficio di collocamento dove si veniva semplicemente inseriti in un elenco e lasciati soli. Oggi gli operatori accompagnano i giovani, attraverso una serie di servizi quasi personalizzati, nel passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro».
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