Il problema è relativamente nuovo visto che, sino almeno agli anni Ottanta del secolo scorso, a scuola ci si andava a piedi o in bicicletta e, comunque, non accompagnati dai genitori. Poi l’aumento del traffico e mille timori delle famiglie hanno iniziato un processo che, pian piano, ha visto coinvolta la maggior parte degli scolari delle elementari e delle scuole medie, accompagnati a scuola in macchina dai genitori o dai nonni, soprattutto in città. Così, in un tempo piuttosto breve, nei pressi degli edifici scolastici ecco aumentare traffico, disagi, inquinamento e altri problemi legati a questo nuovo modo di agire. Una ventina d’anni fa, a Cremona, il primo tentativo di invertire la rotta: il Piedibus, geniale invenzione già sperimentata in Australia nel 1992, e arrivato in Italia nel 2001. Con l’apertura del nuovo anno scolastico il problema “intasamento scolastico” si ripresenta, ma Cremona è pronta a reagire e ripropone il Piedibus.
Roberta Mozzi, assessora con delega all’istruzione, ne parla volentieri: «Il Piedibus è un importante progetto partito a Cremona nel maggio 2006 che coinvolge le scuole, dalle primarie alle secondarie di primo grado, che sta molto a cuore all’Amministrazione Comunale e in particolare al settore Politiche educative, con finalità molto importanti a livello pedagogico».
«La più importante - sottolinea la professoressa Mozzi - è quello di abituare i bambini e le loro famiglie all’autonomia. Andare a scuola a piedi vuol dire recuperare abilità che, nel tempo, si sono un poco perse. Conoscere il quartiere in cui si vive, comprenderne gli spazi e prendere...
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