Occhio alla mala movida
I dati positivi registrati dal report sul turismo a Cremona inducono una riflessione sulla situazione complessiva dell’ospitalità. A partire dall’aumento dei posti letto disponibili, che, come spiega Silvio Lacchini, patron di CremonaHotels, «dipende dall’esplosione di attività para-alberghiere, come b&b, Aparthotel e via di seguito, che non sottostanno alle normative di sicurezza che hanno invece gli alberghi. Una crescita che è stata agevolata per favorire lo sviluppo dell’ospitalità cittadina».
Chi sono i turisti che pernottano a Cremona?
«A Cremona gli ospiti arrivano principalmente per svolgere attività di lavoro o legate al mondo della musica e della cultura. Non parlo di arte, perché purtroppo da quel piunto di vista la pinacoteca non vive una situazione felice, mentre sono in crescita per fortuna musei nuovi e bellissimi, come quello Diocesano e quello Verticale, mentre il Museo del Violino è ormai un punto di riferimento istituzionale, in quanto determina il maggior richiamo turistico. Negli alberghi l’80% degli ospiti arriva per motivi di lavoro. Noi siamo in linea con lo scorso anno e siamo soddisfatti».
Come valuta l’introduzione, da alcuni anni, dell’imposta di soggiorno?
«A Cremona è stata introdotta dopo il Covid. Prima aveva un costo di 1,5 euro, ora è passarta a 3, e questo significa che pernottare qui è più costoso che in diverse città molto più turistiche. E se in certi luoghi è stata introdotta per limitare l’afflusso laddove c’è troppo turismo, questo non è certo il nostro caso. In altri luoghi, invece, l’introduzione di tale imposta ha cambiato l’aspetto delle città, rendendole più belle, pulendole, cambiando gli arredi. Credo che si dovrebbe andare in questa direzione anche a Cremona, dove quest’anno l’imposta in questione frutterà tra i 450 e i 500mila euro. Dunque può essere determinante per far rifiorire certe zone della città, rendendole più appetibili»...
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