«Non è andata come speravamo, è inutile negarlo». È questo il primo commento di Elena Curci, segretaria generale della Cgil nel commentare l’esito del referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, con i primi quattro quesiti inerenti proprio il lavoro proposti dalla Cgil stessa che aveva comunque indicato il “Sì” come indicazione di voto anche per l’abbassamento dei termini per richiedere la cittadinanza italiana. Se tutti i quesiti hanno ottenuto la maggioranza (sopra l’80% dei consensi le schede sul lavoro, intorno al 60% l’ultima), l’affluenza in provincia di Cremona si è attestata al 27,83%, lontana dal quorum del 50% più uno necessario – a livello nazionale – per rendere effettivi i risultati della consultazione.

Che giudizio dà di questi risultati?
«Il mancato raggiungimento del quorum è sicuramente un risultato deludente. Va detto che non si trattava semplicemente di un voto su un partito, ma di un’opportunità importante per affrontare il tema della crescente precarietà e insicurezza nel mercato del lavoro. Questo risultato, a mio avviso, segnala una crisi profonda nella nostra democrazia, non solo una sconfitta politica. Non si è trattato solo di una consultazione fallita, ma di una manifestazione evidente delle difficoltà che abbiamo nel nostro Paese nel riconoscerci e partecipare attivamente agli strumenti di democrazia diretta. Molte persone si sono sentite distanti, e questo riflette una crescente sfiducia verso la politica e verso le istituzioni, percepite come distanti dai problemi reali della vita quotidiana»...

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Mauro Taino

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