Gianbattista Bedeschi, perito elettrotecnico, analizza l’evoluzione della professione a partire dalla propria esperienza personale.
Quale è stato il suo percorso?
«Ho studiato presso l’ITIS Torriani di Cremona, dove mi sono diplomato nel 1989 in elettrotecnica. All’epoca, l’elettrotecnica era intesa come studio applicato ai grandi sistemi di potenza: grandi motori, macchinari complessi, sistemi di distribuzione e trasformazione dell’energia. Dopo la maturità, ho conseguito un diploma universitario in informatica industriale al Politecnico di Milano. All’epoca non esistevano le attuali lauree brevi, e i corsi biennali o triennali erano considerati un po’ i precursori di queste lauree. Ho scelto questo percorso perché desideravo entrare presto nel mondo del lavoro: un ciclo di studi quinquennale o più lungo non era ciò che cercavo. Volevo specializzarmi ma, al tempo stesso, iniziare la mia carriera lavorativa senza dover attendere troppo. Il diploma in informatica industriale mi ha permesso di coniugare le competenze in elettrotecnica, apprese all’Istituto Tecnico, con nuove conoscenze in elettronica e informatica, passando dai grandi sistemi di potenza a quelli di piccola potenza, dai macchinari di grandi dimensioni ai sistemi di calcolo, dalle reti informatiche all’automazione industriale e ai linguaggi di programmazione. Dopo il diploma universitario...
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