In Italia le persone che soffrono di disturbi alimentari sono purtroppo in costante aumento: nel 2019 i casi intercettati erano 680.569, nel 2022 hanno superato il milione, precisamente 1.450.567. Anche le province di Cremona e Mantova confermano il trend nazionale di forte crescita: dal convegno “Piano dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in Ats della Val Padana: dalla diagnosi precoce alla presa in carico”, svoltosi a dicembre 2023, è infatti emerso che nel periodo post-pandemico si è notata una notevole crescita dei casi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna) e la fascia della popolazione più interessata è quella giovanile.
Paola (nome di fantasia) è una studentessa di Cremona che ha sofferto per quattro anni di anoressia, aggravatasi nel periodo del Covid, ma che oggi ha recuperato, con una grande forza di volontà e sostenuta dalle persone care, un sano rapporto con il cibo e insieme la serenità.
Quando ha scoperto di avere disturbi alimentari e quali erano esattamente?
«Ho iniziato a soffrirne quando avevo 14 anni, anche se non mi sono resa conto subito di dove stavo andando e in quale vortice stavo per finire. Ho cominciato a mangiare sempre meno e più passava il tempo, meno ne avvertivo la necessità. Capivo che non era giusto quel mio non sentire più il bisogno di cibo che mi portava via via a diventare l’ombra di quello che ero prima, ma non trovavo la forza di reagire e alla fine sono diventata anoressica e lo sono stata per ben quattro anni».
Ci sono stati effetti collaterali?
«Purtroppo sì, perché sono caduta anche in una sorta di depressione. Era il periodo del Covid e io, che ero sempre da sola, arrivai, come ho detto prima, a non sentire più la necessità di nutrirmi e a mangiare pochissimo. Era il periodo della didattica a distanza, io mi sforzavo di seguire le video lezioni, ma la concentrazione durava poco ed era comunque sempre molto superficiale, anche a causa delle poche energie che ormai avevo. Quando è tornata la possibilità di riprendere le attività in presenza, ho continuato ad estraniarmi da qualsiasi relazione con gli altri. Un esempio: prima di cadere nel baratro dell’anoressia, giocavo a pallavolo ma, sempre per le poche energie, decisi di mollare».
Con chi ne ha parlato?
«In realtà per un certo periodo con nessun perché, come detto prima, era il periodo del Covid e mia mamma, che è un medico, non era a casa con me perché doveva continuare a lavorare, anzi con un ritmo maggiore e grosse preoccupazioni (...)».
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