«Abbiamo 200 cooperative impegnate nella gestione dei beni confiscati che occupano 3.000 persone e fatturano 100 milioni. Il nostro obiettivo è di agire con sempre maggiore determinazione per la rinascita di beni e aziende confiscate alla criminalità. È un’azione cruciale per il nostro Paese ma dobbiamo affinare i nostri strumenti e accrescere il dialogo tra istituzioni e il mondo economico e sociale. Anche velocizzando i temi di assegnazione per i quali al momento occorrono 5 anni per passare dalla confisca all’assegnazione. Solo così è possibile mandare un messaggio potente di legalità e di primazia dell’economia sana su quella criminale» afferma Gaetano Mancini, vicepresidente di Confcooperative con delega ai beni confiscati a margine del panel Beni confiscati e cooperazione: legalità e sviluppo del territorio.
Identikit delle cooperative che gestiscono i beni confiscati: Imprese di piccole dimensioni, ma solide da un punto di vista strutturale e finanziario in grado di generare sul territorio una economia sana, lavoro e prospettive. E questo anche in aree con economie più in difficoltà, con il 60% delle realtà operative nel Sud del paese. È questo...
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