«Nell’adozione si incontrano due desideri e due fatiche». Maria Damiana Barbieri, psicologa, lavora da 23 anni al Centro Adozioni dell’Asst di Crema. Fotografa con questa immagine l’inizio di una vita insieme come accade nell’accoglienza. E precisa: «C’è il desiderio di un bambino di avere una famiglia e quello di una coppia di avere un figlio. Senza negare, tuttavia, che sussitono e permango le difficoltà e, spesso, i traumi che le storie dei protagonisti si portano dietro». E’ questo l’epilogo – ci permettiamo l’aggiunta di un aggettivo: felice – di un percorso che ha inizio con una domanda. «Quando si rivolge al nostro servizo – prosegue Barbieri – una coppia chiede un colloquio informativo nel quale riceve i primi elementi necessari a conoscere il percorso. Le tipologie di adozione, come è noto, sono due, nazionale e internazionale». Questa iniziale, è anche la fase in cui si vaglia la consapevolezza, nei potenziali genitori adottivi, dell’universo affettivo che andranno ad abitare. «È per questo – dice Barbieri – che caldeggiamo le coppie, prima della presentazione della domanda formale, alla frequenza di corsi di formazione. Lo facciamo noi e lo fa anche il Tribunale, presso cui ci si può rivolgere direttamente». Sono corsi con peculiarità precise, discese dalla normativa regionale.
Un primo vaglio di «consapevolezza», però, avviene già in fase di colloquio informativo al Centro Adozioni. «Se una coppia ha in corso una procreazione medicalmente assistita (pma) suggeriamo di portarla a compimento, evitando una sovrapposizione di percorsi», dice Gisella Scolari, assistente sociale, che lavora in equipe con Barbieri. Il confronto con gli operatori del Centro Adozioni fornisce spunti di riflessione importanti. Dopo i quali (...)
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