Quali sono le proprietà delle farine ricavate dagli insetti? Che impatto possono avere sulla dieta alimentare degli Italiani? Lo chiediamo ad un esperto, il dott. Francesco Puerari, dietologo nutrizionista, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazioni in Scienze dell’Alimentazione, Anestesia e Rianimazione, Neurologia e Tossicologia medica, conseguite presso l’Università di Pavia.
Dottore, cosa può dirci delle farine derivate dagli insetti?
«L’Unione europea ha consentito la commercializzazione di insetti a scopo alimentare dal 2018. L’ultimo insetto, a cui è stato dato il via libera, dopo la cavalletta e la larva gialla, è stato il grillo (Acheta domesticus), da cui si ricava una farina ricca di proteine. I Paesi, in cui le farine d’insetti e gli insetti sono d’uso corrente, sono quelli del sud-est asiatico (Thailandia in primis). I Paesi, invece, in cui le farine d’insetti sono state introdotte da tempo, sono l’Australia, il Canada, gli Stati Uniti e l’Inghilterra. In Italia, da circa quattro anni le farine d’insetti vengono utilizzate come componenti degli integratori proteici per lo sportivo (barrette, pasta, crackers, estratti per bevande).
Gli insetti commestibili fanno parte dell’alimentazione di innumerevoli etnie. Ecco un elenco incompleto dei loro Paesi: Sudafrica, Colombia, Venezuela, Messico, Nord-Africa, Zimbabwe, Medio Oriente, Estremo Oriente, Tanzania, Papua nuova Guinea, Uganda, India, Algeria, Brasile, Zaire, Congo, Cina… Alcuni dati tecnici sulla farina di grillo: è ricca di proteine (61,4 %) e povera di carboidrati (6,7%), contiene inoltre una percentuale intorno al 15 % di grassi prevalentemente insaturi. Fornisce una quantità di proteine tre volte superiore a quella della carne e sei volte superiore a quella della pasta di semola. La qualità delle proteine di un alimento è determinata dal loro contenuto in aminoacidi. La qualità proteica della farina di grillo è inferiore a quella delle uova e leggermente superiore a quella di carne e pesce». (...)
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