Nell’ultima uscita della rubrica, avevamo accennato al progetto di un’azienda sportiva trentina finalizzato a trasformare i dintorni del passo Rolle in una zona dedicata all’outdoor priva di impianti. Tale iniziativa, bocciata dalla politica locale, è stata scavalcata da nuovi progetti di infrastrutturazione sciistica.
Questa settimana, invece, puntiamo l’obiettivo verso la piana del Gaver, una località nel cuore delle Alpi bresciane dove una tale evoluzione pare essere in corso, spontaneamente.
Qui, infatti, tra val Sabbia, val Trompia e val Camonica esisteva un piccolo comprensorio sciistico fatto di sette impianti di risalita (sei skilift ed una seggiovia) ed una dozzina di piste mediamente impegnative. Per una serie di motivi, gli impianti non sono stati più aperti e la zona si è riconvertita allo scialpinismo, alle ciaspole, allo sci di fondo e, più in generale, al divertimento in neve fresca.
Per arrivare “al Gaver” è necessario percorrere la strada statale del Caffaro che dalla pianura bresciana sale lungo la val Sabbia fino al Lago d’Idro. A metà del lago si incontrano le deviazioni per Bagolino, da seguire. Oltre questo paese si procede verso Val Dorizzo, si supera la piccola frazione (dove si trovano un paio di trattorie aperte anche in inverno) per arrivare infine al Gaver dove si lascia l’auto in uno dei parcheggi situati in corrispondenza degli esercizi commerciali. E’ bene arrivare di buon mattino perché  - in particolare durante il weekend - l’affollamento è notevole. Per i giorni infrasettimanale è bene verificare l’apertura di bar, ristoranti e spacci alimentari.
Spicca immediatamente la sagoma del Cornone di Blumone, alto 2843 metri ed una delle ultime propaggini del gruppo dell’Adamello. Sulle sue pendici, in estate, si dipana una fitta rete di sentieri che conduce anche ai resti delle fortificazioni risalenti alla Grande Guerra. Sui ghiacciai dell’Adamello, a breve distanza dal Gaver, la Prima Guerra Mondiale vide alcuni dei suoi episodi più cruenti....

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Paolo Reale

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