agire con buon senso
strategie e misure strutturali
Il passaggio della Lombardia in zona bianca apre una serie di nuove possibilità al mondo del commercio cittadino, che da tempo aspettava questo momento. «Un significativo passo in avanti verso il ritorno alla normalità», secondo Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Cremona. Per cui l’auspicio è «che, davvero, non si torni più indietro e che, anche grazie alla campagna di vaccinazione, sia scongiurato il rischio di nuove restrizioni». Anche perché ulteriori periodi di stop sarebbero un colpo mortale: «Il tessuto economico delle micro imprese non riuscirebbe a sopportarlo», continua Badioni.
Questo non significa abbassare la guardia: «Sarebbe un errore pensare di essere tornati alla situazione prima della pandemia. Questo dramma collettivo che abbiamo vissuto ha profondamente cambiato le nostre abitudini, ha reso più fragile la società e l’economia, in particolare il nostro comparto. Recuperare quanto è stato perso in questi mesi sarà un cammino lento e faticoso».
Qualche passo già è stato fatto, come emerge dall’analisi di Confcommercio: «A maggio il Pil ha mostrato i primi segnali di una ripresa di qualche rilievo, così come sono positivi di dati sul primo trimestre. Non tutti i settori, ovviamente, stanno viaggiando agli stessi ritmi. Se la manifattura e le costruzioni già da alcuni mesi registrano variazioni positive, per i servizi la strada da percorrere è ancora molto lunga.
Per il nostro ufficio studi, in particolare, i comparti del turismo, della cultura e della convivialità, dovranno attendere il 2023 per un ritorno ai livelli di produzione e consumo del 2019. Davvero un’eternità per attività che rischiano di continuare ad avere più spese di quanto fatturino. E che vedono messo a rischio il loro futuro. E’ importante interrogarsi sulle strategie per rendere strutturale la crescita e per dare all’economia un passo diverso rispetto a quello che ha avuto negli ultimi quindici anni».
Secondo Badioni «Ci sono tutte le condizioni per riuscire a traguardare con successo questa sfida, con la determinazione e la consapevolezza che, da quanto sapremo realizzare nei prossimi anni, dipende il futuro del Paese. E’ una sorta di “ultima chiamata”, un’opportunità che non possiamo perdere».
E c’è una duplice sfida da affrontare. «La prima: risolvere, nel nostro Paese, nodi strutturali di lungo periodo e rilanciare un processo di crescita in affanno ormai da troppo tempo. La seconda: dimostrare che è giunto il tempo di una nuova e più avanzata pagina del progetto europeo. Per affrontare e vincere questa duplice sfida, serve il combinato disposto di investimenti di qualità e delle riforme indispensabili per il migliore funzionamento del sistema-Italia. Ma serve anche lo sforzo collettivo. Noi, come sempre, ci siamo». Ma è necessario «garantire reddito, occupazione, servizi alla comunità, animare i territori e accompagnarne lo sviluppo. Un impegno che, rivendichiamo, deve essere riconosciuto», conclude Badioni...
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