Un anno da record, il 2020, sul fronte delle attività storiche e di tradizione in Lombardia: benché l’emergenza Covid abbia impedito di premiarle, come d’abitudine, nel corso di un grande evento pubblico, sono state ben 353 quelle riconosciute dalla Regione. In particolare, si è trattato di 183 negozi, 108 locali e 62 botteghe artigiane, tutti con almeno 40 anni di vita e caratterizzati da continuità nella gestione, nell’insegna, nella merceologia, nella collocazione presso strutture di pregio o nella conservazione di arredi ed attrezzature storici. In alcuni casi godono di fama addirittura internazionale, in altri appartengono alla memoria collettiva ed attraversano i secoli: 15 sono state fondate tra Seicento e Settecento, oltre 150 risalgono all’Ottocento, la maggior parte appartiene invece al Novecento.
È dal 2004 che Regione Lombardia riconosce questi negozi e locali storici con un particolare marchio ed una targa, ritenendoli testimonianze ed espressioni vive del “saper fare” ovvero di un’identità economica, culturale ed urbanistica, che si tramanda per generazioni. Dall’anno scorso una modifica alla legge regionale 6/2010 ha incluso nel novero anche le botteghe artigiane.
Del resto, che la Regione punti molto su questa particolare tipologia di attività lo dimostra la delibera n. 3874, varata pochi giorni fa, lo scorso 17 novembre: con essa, la Giunta ha approvato l’integrazione della dotazione finanziaria del bando «Imprese storiche verso il futuro. Contributi per l’innovazione e la valorizzazione delle attività storiche e di tradizione», aggiungendo ai 2,3 milioni di euro iniziali altri 3.423.057,62 euro per un totale di 5.723.057,62 euro, così da concedere il contributo a tutte le 293 imprese ammesse in graduatoria.
La provincia più premiata quest’anno è stata Brescia con 79 nuovi riconoscimenti, seguita da Milano con 53, Bergamo con 40, Mantova con 36, Sondrio con 30, Como con 24, Varese con 23, terz’ultime Cremona e Lecco con 20, poi Monza e Brianza con 10, infine Lodi e Pavia con 9...
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