Presso la Casa circondariale di Cremona i volontari, sia appartenenti ad associazioni sia singolarmente, hanno sempre svolto un ruolo importantissimo: cercare di alleviare la sofferenza di chi vive dietro le sbarre, lontano dalla famiglia e privato del bene più prezioso che è la libertà. Il tempo in galera perde la sua dimensione temporale per assumere la maschera tragica di un mostro che obbliga a torturarsi in un continuo labirinto di pensieri, di noia, di desolazione sino a portare talvolta a gesti estremi. Il carcere è un pianeta che ha le sue regole e le sue leggi ferree, ma è fatto di esseri umani che soffrono, quando sono fortunati lavorano e, in ogni caso, vivono una vita dura lontana dagli affetti e dalle relazioni. La prima cosa che un detenuto desidera, qualunque sia il suo reato e il suo passato è quello di essere considerato e trattato come un essere umano. Spesso basta un sorriso, una stretta di mano e un semplice “Come sta?” per non farlo sentire abbandonato.
Da un anno con un piccolo numero di volontari, è attiva anche a Cremona l’associazione Sesta Opera San Fedele di Milano che ha alle spalle lunghi anni di attività nelle carceri di San Vittore, Bollate, Opera e altre città italiane...

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Lucia Zanotti

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